Altro che processo breve, quella di ieri è stata soprattutto un’altra giornata “greve” per la Repubblica e per la Costituzione.
Nelle stesse ore la maggioranza, rafforzata dagli irresponsabili transfughi, ha imposto alla Camera dei deputati di anticipare l’approvazione del cosiddetto processo breve. Lo ha fatto travolgendo metodi e forme, lo ha fatto perché evidentemente il presidente imputato, quello che doveva andare a difendersi nelle aule dei tribunali, ha ordinato di metterlo in sicurezza e di farlo senza perdere tempo, perché è terrorizzato dal processo Mills, ha bisogno della prescrizione, sa di non potersi difendere nel merito, anche perché se esiste un corrotto deve esserci un corruttore.
Pur di dare il salvacondotto al capo hanno deciso di rompere anche con Casini e con quanti, anche nel centrosinistra, avevano dichiarato la loro disponibilità al confronto sulla controriforma della giustizia. Persino queste colombe hanno dovuto prendere atto di quello che, per quanto ci riguarda, è sempre stato chiarissimo: Berlusconi è interessato solo e soltanto a se stesso, ai suoi affari privati e pubblici, non gli interessa un processo giusto e breve per tutti, ma un processo ingiusto e breve solo per lui e per un manipolo di sodali.
Non casualmente mentre la destra cercava di oscurare in aula la giustizia e la legalità repubblicana, alla Rai il fido Masi ha provveduto ad un vero e proprio blitz coordinato e programmato forse con il presidente imputato. La signora Petruni, una fedelissima berlusconiana, famosa anche per essere andata in onda con una graziosa farfallina regalata dal presidente amico, è stata imposta al Tg2, azzerando persino i giornalisti vicini alla destra, accusati di essere stati troppo teneri con Mario Orfeo, il precedente direttore che, bene o male, qualche notizia continuava pure a darla.
In questo modo, come vi avevamo anticipato, hanno messo sotto controllo 5 dei 6 principali tg che raggiungono ogni giorno, con le loro diverse edizioni, oltre il 75% dell’ascolto.
Per coprire meglio queste porcate hanno pensato bene di spedire il presidente attore a Lampedusa con l’obiettivo di spostare l’attenzione mediatica, di offrire, a reti semiunificate, l’immagine di un nonno buono che, mentre i burocrati e i politicanti litigano, si reca in visita pastorale a Lampedusa, si commuove, abbraccia i piccoli, visita gli ospedali, compra case.
Questa, forse, è stata ed è la rappresentazione più disgustosa di una disgustosa giornata, per l’appunto una giornata davvero greve…