Non è tanto (o forse non solo) perché La Russa è un ex fascista che sembra abbia ristrutturato l’appartamento dove viveva Mussolini, oppure perché è il ministro della Guerra italiano, ieri lo abbiamo contestato semplicemente per un motivo: sta appoggiando e convive con questo presidente del Consiglio che continua a farci vergognare di essere italiani.

Lo ammetto, anche io, come tanti altri cittadini presenti al presidio di Montecitorio, l’ho contestato e ho partecipato al lancio di monetine. L’ho fatto e lo rivendico, perché in questo momento è necessario mettere in campo anche questi gesti simbolici e tutte le azioni che costringano i membri della maggioranza a prendersi le loro responsabilità.

Certo, il clima era simile a quello dell’Hotel Raphael che ha visto nel 1993 protagonista Craxi. Con una differenza sostanziale: mentre allora l’obiettivo era il principale protagonista dello sfascio dell’Italia degli anni ’80, ieri è stata colpita una comparsa, punito proprio per la sua accondiscendenza con il tentativo golpistico di Berlusconi.

La mobilitazione non finisce qui. Da oggi alle 10 saremo davanti a Montecitorio in una mobilitazione permanente fino a quando il decreto legge sulla prescrizione breve sarà alla Camera dei Deputati. Poi ci sposteremo al Senato. In questo momento – decisivo per le regole democratiche del nostro Paese – è fondamentale che ciascuno faccia la sua parte. In previsione di una grande mobilitazione di unità e resistenza, da mettere in cantiere quanto prima (ieri si proponeva il 16 aprile) tutti insieme: partiti, movimenti, sindacati e società civile.

Passiamoparola.

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