Napoli – Cade l’accusa più grave, l’associazione per delinquere. Clemente Mastella non è il boss di un sodalizio criminale chiamato Udeur. Lo ha sentenziato il Gup di Napoli Eduardo De Gregorio, decretando il non luogo a procedere per questo capo di imputazione. L’ex Guardasigilli del governo Prodi è stato invece rinviato a giudizio per alcuni singoli episodi dell’inchiesta della Procura di Napoli sulle clientele e sulla gestione dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente controllata per quasi dieci anni da assessori di fede mastelliana. Va a processo anche la moglie di Mastella, la consigliera regionale Sandra Lonardo, per un singolo episodio. Nella precedente consiliatura Lady Mastella è stata presidente dell’assemblea regionale campana. Prima udienza del processo, il 1 ottobre, davanti al collegio A della I sezione del Tribunale.
Ma c’è grande soddisfazione tra i legali dei 53 imputati per i quali il pm Francesco Curcio aveva chiesto il processo. Il Gup ha cancellato una buona parte dei capi d’imputazione e ha deciso numerosi proscioglimenti. Ridimensionate profondamente le accuse a Mastella e a Luciano Capobianco, l’ex direttore dell’Arpac. Sul suo capo pendevano 25 capi di imputazione. Il giudice li ha ridotti a una decina. Quanto a Mastella, è stato rinviato a giudizio per truffa e appropriazione indebita. Si tratta della vicenda della casa romana di Largo Arenula 34, transitata, attraverso un complicato giro di passaggi di quote societarie, dalla disponibilità dell’Udeur a quella dei figli di Mastella. L’europarlamentare va a processo insieme ad altre persone anche per abuso d’ufficio: avrebbe raccomandato un’assunzione a tempo determinato nell’Arpac, la numero 32 di un elenco di 158 nomi rinvenuto nel computer della segretaria di Capobianco dove affianco ai segnalati si poteva leggere il nome del segnalatore politico (e ce n’erano di tutti i partiti, di centrosinistra come di centrodestra).
Le assunzioni, secondo il pm, sarebbero avvenute il regolamento e le norme in materia. Anche la signora Mastella risponde di una presunta assunzione clientelare, la numero 118 di un altro elenco di 136 nomi di raccomandati agli atti del fascicolo. E’ stata invece prosciolta per prescrizione per un’accusa relativa a una consulenza all’Asl di Benevento che lei avrebbe ‘sponsorizzato’. Infine, da segnalare un’importante proscioglimento per Mastella per una tentata concussione: il leader del Campanile non ha avuto alcun ruolo nelle pressioni – fallite – per far nominare un medico segnalato da importanti esponenti dell’Udeur a primario del polo pediatrico Santobono-Pausillipon. Prosciolto lui, prosciolto l’ex capogruppo regionale del suo partito Fernando Errico. Ma rinviati a giudizio tutti gli altri protagonisti di questa storia. Tra i quali l’ex consigliere regionale Udeur Nicola Ferraro, sul quale pendono pesanti accuse di camorra nell’ambito di altre inchieste, culminate nel luglio dell’anno scorso con il suo arresto per collusioni coi clan Schiavone e Bidognetti.