“Ma c’eravate? Ma c’eravate?” chiedeva il ministro della Difesa ai parlamentari riuniti in seduta alla Camera un paio di giorni fa, “Io non so se avete questa capacità di conoscere dei fatti a cui non avete partecipato”. Lui sì che aveva partecipato: le aveva viste poco prima, con i suoi occhi, in piazza Montecitorio, quelle “persone, appositamente convenute con un chiaro intento intimidatorio, offensivo e violento”. Tutt’altra cosa rispetto a un suo ricordo del 1992, quando, sempre in piazza Montecitorio, “in maniera goliardica c’erano stati dei ragazzi che avevano una striscia con scritto «siete circondati»”.
E va bene, diamogliene atto: lui “c’era”. Ma il fatto di “esserci” e partecipare garantisce, poi, sempre un ricordo attendibile? Mica vero. Spesso non é così: ben lo sanno i processualpenalisti che, a proposito delle testimonianze dirette nei processi, parlano di “prove a basso titolo logico”, perché il testimone spesso fornisce involontariamente una deposizione diversa dal reale svolgimento dei fatti, riportando una versione soggettiva, influenzata da componenti emozionali legate alle sue esperienze personali.
Provate a confrontare le attuali parole del Ministro della Difesa con una cronaca del Corriere della Sera coeva agli stessi fatti da lui citati e vi renderete conto di quanto i ricordi possano essere “creativi”:
Camera dei Deputati, verbale della seduta del 30 marzo 2011:
Ignazio La Russa, Ministro della difesa: “Come dicevo, sono stato informato da numerosi colleghi che era diventato, non solo impossibile, ma anche pericoloso uscire dall’Aula e poi dal Parlamento. Sono arrivato per verificare volutamente, perché non credevo alle mie orecchie. Sono voluto uscire da Montecitorio, con un atteggiamento normale di chi va via. A due metri dal portone di ingresso di piazza Montecitorio c’è uno schieramento di qualche centinaio di persone, appositamente convenute con un chiaro intento intimidatorio, offensivo e violento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).”
Furio Colombo: “Questa si chiama libertà!”
Ignazio La Russa, Ministro della difesa: “Ma c’eravate? Ma c’eravate? Ci sono, ahimè… ma perché vi arrabbiate tanto? Io non so se avete questa capacità di conoscere dei fatti a cui non avete partecipato. Certo, io che avevo un ricordo del 1992, quando in maniera goliardica c’erano stati dei ragazzi che avevano una striscia con scritto «Siete circondati», ho visto la differenza e vi assicuro – lo dico senza iattanza – che quello che sta avvenendo fuori non so se sia il frutto della vostra predicazione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)… se mi vuoi lasciar parlare…”
Presidente: “Onorevoli colleghi, vi prego di non rendere impossibile la prosecuzione della seduta.”
Ignazio la Russa, Ministro della difesa: “È sicuramente qualcosa mai avvenuto fuori dal palazzo del Parlamento. Mi sono anche meravigliato. Ringrazio le poche forze dell’ordine, mi sono meravigliato che fosse stato loro consentito di arrivare così vicino, ma non ho nessuna intenzione di prendermela con le forze dell’ordine (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).”
Corriere della Sera, 2 aprile 1993:
“I gravissimi incidenti si sono verificati alle quattro del pomeriggio quando, all’improvviso, piazza Montecitorio viene invasa da un centinaio di ragazzi appartenenti al Fronte della Gioventù… Sotto il giubbotto indossano tutti una maglietta con un’eloquente scritta rossa: “Arrendetevi. Siete circondati”. Il folto gruppo si è avvicinato all’entrata della Camera. A un passo dal picchetto d’onore i missini si sono presi per mano formando un cordone per impedire l’ accesso a chiunque. Nel frattempo, dal portone di Montecitorio, sono usciti i responsabili politici della contestazione: i deputati del Msi si sono subito uniti alla gazzarra che stava per incominciare. Teodoro Buontempo […] è uno dei più scatenati. Con lui ci sono Maurizio Gasparri, Giulio Maceratini, Nicola Pasetto, Raffaele Valensise e altri […] partono gli slogan […] “Ladri, assassini”, “Ma quale immunità parlamentare, il popolo, il popolo, vi deve giudicare” […] “Andreotti in galera!” urla a squarciagola il Fronte della Gioventù. E il solito, lugubre slogan: “Boia chi molla, è il grido di battaglia”. E le forze dell’ordine?[…] i pochi carabinieri (una decina) tentano di impedire che l’assedio si tramuti in assalto. Più tardi, uno di loro confesserà: “Per un attimo ho avuto veramente paura”. L’apice della tensione si raggiunge quando Chicco Crippa, deputato verde, tenta di forzare l’ accerchiamento al grido di “fascisti”. Volano spintoni, parole grosse e monetine. La situazione è sul punto di precipitare. Anche Angelo Fredda, Pds, è coinvolto nella ressa. Discute animatamente con Buontempo: i due si insultano, sembrano venire alle mani. Dal gruppo missino si alza un grido: “All’ attacco!”. Una mano ignota usa la mazzafionda per lanciare un oggetto (una biglia o una moneta) verso le porte di Montecitorio. Il rumore è secco, il vetro si incrina. I giovani del Fronte sono paghi: sbloccano l’ingresso e si allontanano indisturbati imboccando via degli Uffici del Vicario”.