“Non sento, non vedo, non parlo”. Con questa lapidaria formula è sintetizzabile il grottesco intervento dell’on. Osvaldo Napoli (Pdl) ai microfoni della Zanzara su Radio24. Emulando così le tre scimmiette giapponesi Mizaru, Kikazaru e Iwazaru, il vivace deputato pidiellino inanella perle luccicantissime da consegnare ai posteri.

I fatti sono ormai celebri: durante la seduta parlamentare sul processo breve, Osvaldo Napoli si è scagliato contro l’assistente della deputata Ileana Argentin (Pd), costretta alla sedia a rotelle per una terribile malattia e impossibilitata a battere le mani. Il parlamentare pidiellino, in preda all’ira funesta, ha sollevato il dito medio e  ha intimato con violenza: Tu non ti devi permettere di battere le mani, hai capito?”.

I conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo rivolgono sulla vicenda serrate domande all’on. Napoli, il quale, alterato e seccato, cadenza la sua formidabile arrampicata sugli specchi con mantra esilaranti, del tipo “abbiate pazienza”, “le chiedo scusa”, “lesa maestà”, “connubio”. Ma come le tre scimmiette, che rispondono solo alle sollecitazioni dei Kamisama, gli dei giapponesi, non cede e non si schioda dal suo posto. Qui, nello stivale, non ci sono templi shintoisti e gli studi della Zanzara non si trovano ad Arcore. Alcune gemme pronunciate dal deputato Napoli, tuttavia, sono da custodire negli annali delle perle politiche italiche degli ultimi 60 anni:

– “Non conoscere lo stato di salute di una persona è motivo di lesa maestà?”
– “Non ho fatto il connubio tra lo stato di salute della signora Argentin e il suo assistente. Ci sono 630 parlamentari, non posso badare a tutti”.
– “Qualcuno ha insultato la signora Argentin? (dai banchi della lega la parlamentare Argentin è stata oltraggiata con l’improperio “Falla stare zitta quell’handicapata del ca…”, nda) Non glielo so dire, non tocca a me, io non faccio il commesso. Io non sento, non vedo e non parlo. Andate a sentire direttamente la persona, non ascoltate me”.
– “Siccome sono molto attento, siccome sono tutti colleghi e sono tutti amici, io non so se l’ha detto o meno, lei mi sta dicendo una cosa che ha letto nelle agenzie.”
– “Il vaffa di La Russa a Fini? Io non guardavo La Russa in quel momento, quindi non glielo so dire.”.

Alle sonore risate dei conduttori per l’acrobatica risposta, il deputato, stizzito, replica: “Le chiedo molte scuse, ma lei, mi scusi, ascolti… mentre parlava La Russa, La Russa si è voltato verso Fini… e allora, abbia pazienza” (in realtà, come si può appurare dal video, La Russa non si gira totalmente verso Fini, ma solo parzialmente e l’on. Napoli, seduto nella zona destra dell’emiciclo parlamentare, era nelle condizioni perfette per assistere alla deprecabile scena, nda). “Chi ha tirato il giornale a Fini? In quel momento non c’ero in aula, stavo esattamente dall’altra parte”.

Il multiplo salto mortale carpiato con avvitamento (a destra) giunge al suo epilogo con la menzione del giornalista sportivo Alfredo Toniolo, il quale, a dire di Napoli, avrebbe pronunciato questo corollario autorevole quando il nostro supporter berlusconiano era apprendista giornalista: “Prima di scrivere un nome sul giornale, fate attenzione perché quel nome, se lo diffamate, è rovinato per molti anni”.

Dino Boffo sentitamente ringrazia.

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