Il traffico di Palermo è esattamente una piaga, proprio come quella descritta dallo “zio” di Johnny Stecchino. Almeno, nel film di Benigni, si ride ma qui il problema è serio. Molto serio. Anche se non guido (non ho mai preso la patente per scelta), viaggio spesso in auto durante la settimana e, a parte le “scaffe” (le buche sull’asfalto, tanto famose da essere citate anche nelle poesie dialettali palermitane), le cose che ancora mi colpiscono, dopo molti anni, sono le strade sporche, la quasi totale mancanza di segnaletica orizzontale e la pessima educazione degli automobilisti.
Ma ragioniamo con ordine: le strade sono ricoperte, oltre che dalla solita “munnizza” (i sacchetti della spazzatura che il sindaco Diego Cammarata definisce “cool”), anche da migliaia di carte, cartine, mozziconi e pacchetti di sigarette (vuoti, ovviamente). Per non parlare delle zone vicine ai McDonald’s o alle discoteche. Pietose. Da qualche tempo ci sono anche molte, troppe carcasse di animali. I gatti morti, ormai, non si contano più e, dopo qualche giorno, inermi in mezzo alla strada, le loro carcasse spariscono via sotto i copertoni delle auto. I cani morti, invece, vengono lasciati lì finché qualcuno non provvede (e chissà come provvede) alla loro rimozione per via del pessimo odore che emana un qualsiasi corpo morto che comincia a decomporsi. Ultimamente, anche un cavallo morto davanti all’università (vittima dello scontro con un’auto dopo una corsa clandestina). Sugli animali a Palermo stendo un velo pietoso. E mi fermo.
Secondo punto: la segnaletica stradale pressoché inesistente. In molti, moltissimi e troppi punti della città, non esistono né le strisce pedonali né quelle che delimitano le carreggiate. Secondo velo pietoso. E mi fermo anche qui.
Per quel che riguarda la pessima educazione al volante da parte dei palermitani, c’è da mettersi le mani nei capelli (per chi ne ha ancora). Non generalizzo (come sempre) ma ci sono molti palermitani che dovrebbero frequentare, almeno altre due volte la scuola guida e altri ai quali dovrebbe essere applicato una sorta di DASPO per le autoscuole.
Qualcuno potrebbe pensare che io stia esagerando ma non è così. Sicuramente ci saranno altre città in cui si guida anche peggio ma io vivo a Palermo e sono stanco di vedere, sulle strade, lapidi di diciottenni freschi freschi o di ragazzini che, al volante di quelle trappole a quattro ruote che si guidano senza patente (ma col patentino), vanno a schiantarsi dopo aver fatto truccare il proprio trabiccolo o, ancora, di innocenti autisti vittime dell’incosciente di turno che, all’incrocio, alle due del mattino, pensa “Chi vuoi che ci sia a quest’ora?!?” e accelera di colpo rovinando la vita, magari, di un’intera famiglia. Sono stanco di vedere quegli arroganti alla guida di un SUV o sul classico macchinone che sorpassano da destra a sinistra e che guidano sulla corsia di emergenza (“Tanto se mi prendono la multa la posso pagare senza problemi”). Sono stanco di vedere quei palermitani che portano i figli sulle moto e tutti senza casco. Sono stanco di vedere quell’atteggiamento mafioso in quei palermitani che guidano pensando “Iddi m’hannu a taliàri!” (tradotto, in sostanza, in: sono loro che devono aver un occhio di riguardo mentre passo io). E qui la colpa non la do solo a quei palermitani ma soprattutto a chi dovrebbe far rispettare le leggi e non lo fa. Do la colpa a quei vigili (e anche qui non generalizzo, anche perché ne conosco parecchi che svolgono benissimo il proprio lavoro) che non ci sono mai. Ripeto, non guido ma passo molto tempo in macchina e credetemi, nelle zone hot (quelle più trafficate, quelle con gli incroci pericolosi, quelle dove i rettilinei sono abbastanza lunghi da farci le gare con le auto), i vigili urbani non ci sono mai. Arrivano solo in caso di incidente e solo dopo almeno una buona mezz’ora. E se fai un incidente dopo mezzanotte, buona fortuna…
di Tony Troja