Un altro week-end di rifiuti a Napoli e in provincia. La crisi ormai è cronica e coinvolge tutte le zone, comprese quelle del centro cittadino.

Secondo le stime del comune sono quasi 2 mila le tonnellate di spazzatura disseminate nel capoluogo campano.

Una situazione sempre più grave. La temperatura primaverile e gli incendi continui dei cumuli in strada, almeno 30 segnalazioni nella notte, aumentano il rischio sanitario per la popolazione.

Maria Triassi, del Dipartimento di Igiene dell’Università Federico II di Napoli ha lanciato l’allarme: “La questione dei rifiuti va risolta nel più breve tempo possibile. E’ una priorità di sanità pubblica. Al dipartimento sono arrivate segnalazioni di topi che camminavano intorno ai sacchetti, topi grandi come conigli”.

La raccolta prosegue a rilento per l’indisponibilità di siti dove scaricare i rifiuti, senza considerare il punto interrogativo sulla discarica di Chiaiano al centro delle indagini della Procura, dove non si esclude il possibile blocco del sito.

Come mostrano le immagini, fra i rifiuti in strada una percentuale importante è composta da scarti alimentari. A tale riguardo, la proposta dei comitati ambientalisti di varare un’ordinanza che obbligava la separazione della frazione secca da quella umida avrebbe ridotto almeno di un terzo il monte spazzatura.

Il comune di Napoli aveva anche programmato in 20 piazze, nelle zone dove non c’è la differenziata porta a porta, la raccolta secco-umido, ma poi ha cancellato l’iniziativa.

Sul fronte politico continua lo scontro sull’individuazione dei siti con l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano che accusa il comune di non aver individuato un sito di trasferenza.

Un dato è certo, dopo la stagione dei miracoli e delle promesse di Silvio Berlusconi, il governatore Stefano Caldoro torna a ribadire che la crisi durerà almeno altri 3 anni: “ Ora posso prendere l’impegno che tra 3 anni questo problema sarà risolto, prima dovremo soffrire e affrontare la sfida con grande senso di responsabilità”.

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