Buone notizie per le donne americane. I loro stipendi continuano a essere inferiori a quelli dei colleghi maschi, ma il gap si è ridotto di molto: per ogni dollaro guadagnato da un uomo, una donna riceve 83 centesimi. Diciassette centesimi di differenza.

Per comprendere i grandi passi avanti fatti negli ultimi decenni negli Stati Uniti, basta pensare che negli anni Settanta una donna guadagnava 59 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un collega maschio. E dieci anni fa la differenza era ancora di oltre venti centesimi. A rivelarlo, è una ricerca condotta dalla rivista Forbes, nella quale si sottolinea che il dato rappresenta una pietra miliare sulla strada delle pari opportunità nel mercato del lavoro.

Secondo Forbes, fra l’altro, ci sono dei settori in cui le donne possono contare in busta paga su cifre superiori a quelle dei colleghi maschi. Alcuni di questi lavori, almeno una quindicina, fino a qualche anno fa erano territorio quasi esclusivo degli uomini. Come ad esempio quello di imbianchino che, al 97%, è ancora un’attività per maschi, i quali tuttavia guadagnano leggermente meno delle donne. Lo stesso avviene con le fornaie che, ogni settimana, in busta paga si portano a casa circa 18 dollari in più degli uomini. In questi casi il “vantaggio” delle donne sembra essere giustificato proprio dalla loro presenza limitata nel settore, che le porta a essere quasi sempre molto specializzate e meglio addestrate. Ci sono poi casi diversi, come quello della barista, in cui, i maggiori guadagni possono essere giustificati con le mance più alte. Esistono poi quelle fette di mercato del lavoro che per decenni sono state appannaggio quasi esclusivo delle donne, come l‘educazione (soprattutto all’asilo e alle elementari) e dove molte insegnanti lasciano indietro i colleghi maschi, soprattutto per ragioni di “anzianità” lavorativa. Molto richieste e meglio pagate sono anche le donne capocantiere e direttrici di lavori, premiate spesso per una preparazione più accurata.

A voler fare un raffronto con l’Europa, si scopre che la percentuale di divario salariale fra uomini e donne all’interno dell’Unione è di circa il 17,5%. Con punte che toccano il 23% in Germania e il 30% in Estonia. E in Italia? Il gap fra i due sessi, in fatto di stipendi, è solo del 5%. Ma lo scarto salariale ridotto coincide, sfortunatamente, con un limitato accesso delle donne a posizioni di potere che restano quasi sempre in mano al “sesso forte”.

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