Hanno preso in prestito nome e simbolo dall’arte contemporanea: il silenzio è ispirato dalla celebre performance di John Cage 4’33’’, una composizione del 1952 eseguibile da qualunque strumento. Il musicista siede allo strumento, ma non ne fa uscire alcun suono. Nel silenzio della musica, ogni rumore involontario prodotto nello spazio diventa significativo, e fa riflettere sul senso del parlare, del fare.
Un’opera di Maurizio Cattelan, un mulo seduto, suggerisce l’ostinazione come pratica del gruppo.
La rivolta del silenzio torna, dopo un primo sit in sempre a Montecitorio il 19 marzo, di fronte al Parlamento italiano “per denunciare quanto le parole abbiano perso senso, dignità e forza, ma soprattutto per dichiarare la loro incapacità a tradursi in azione, in cambiamento, in futuro. La rivolta del silenzio manifesta il giorno del secondo anniversario del terremoto dell’Aquila. Nella piazza di Montecitorio il silenzio cerca di aprire uno spazio di riflessione, costituendosi come archivio aperto e mettendo a disposizione testi ed articoli sul terremoto e le sue conseguenze”.
Vi aspettiamo, alle ore 16, in silenzio.
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