Il Pdl a Bologna, dopo il massacro sulla scelta del candidato e dopo aver piegato la testa nei confronti della Lega, inizia a muoversi. Prova a ricomporre un mosaico demolito e per le elezioni comunali, nelle quali appoggerà gioco-forza il candidato del Carroccio Manes Bernardini, piazza un colpo da Novanta. Il nome, agli elettori, forse, può non dire molto, ma ha un curriculum e, soprattutto, entrature di tutto rispetto. Si chiama Giuseppe Zavatta, 67 anni, bolognese, e per almeno 20 anni il braccio destro dell’editore Andrea Riffeser Monti nella Poligrafici, la società che edita Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno.
Era da lui, Zavatta, che i direttori dovevano passare per le richieste di assunzione, contratti ai collaboratori, organizzazione delle redazioni. Sempre a lui dovevano chiedere prima di bussare alla porta dell’editore Riffeser. Direttori che, talvolta, erano stati “suggeriti” proprio dal ragionier Zavatta.
Un mastino, come lo ricordano nei corridoi della Poligrafici, instancabile lavoratore, in giro tra l’Emilia Romagna, la Toscana, la Lombardia l’Umbria e le Marche, con la sua Bmw station wagon. Un capo del personale (questa la sua qualifica) insolito nell’ambiente dei giornali: lui andava nelle redazioni e incontrava dal capo servizio all’ultimo collaboratore in attesa di essere assunto, talvolta suggeriva servizi o approfondimenti e, sempre lui, teneva i rapporti sindacali, sia con i giornalisti che con i poligrafici.
Poi, a dicembre del 2010, è arrivata l’età della pensione, il tempo di Zavatta, che nel gruppo Riffeser era cresciuto, già vice del mitico Capparelli, era scaduto. Anzi, Riffeser lo ha tenuto gli ultimi due anni con un contratto di consulenza, pur ricoprendo la stessa carica di sempre, ma alla fine hanno convenuto sull’uscita definitiva.
Ha passato le consegne al suo sostituto, Enrico Balloni, che arriva dalla famiglia degli alberghi del gruppo, e si è ritirato. Agli amici da tempo aveva detto di aver ricevuto corteggiamenti da parte di alcuni politici, ma che non avrebbe preso neppure in considerazione l’ipotesi di una candidatura. Negli ultimi giorni è successo qualcosa e alla fine Zavatta ha accettato.
Avrebbe potuto godersela – è appassionato di mare, ma alla riviera romagnola ha sempre preferito soggiornare nella più blasonata Viareggio – ma evidentemente non si voleva ritirare nella sua casa sui colli.
La candidatura di Zavatta arriva dopo che il Pdl ha bruciato, prima alla Regione, poi alla poltrona di sindaco, Giancarlo Mazzuca, anche lui area Poligrafici, amico di Riffeser ed editorialista dei tre quotidiani.
Cosa porta in dote Zavatta, dal punto di vista dei numeri, impossibile da sapere. Certo è che al Carlino conosce tutti, dal padrone all’usciere, e qualche beneficio ne può trarre.
Emilia Romagna
L’ex braccio destro di Riffeser
in lista a Bologna col Pdl
Il Pdl a Bologna, dopo il massacro sulla scelta del candidato e dopo aver piegato la testa nei confronti della Lega, inizia a muoversi. Prova a ricomporre un mosaico demolito e per le elezioni comunali, nelle quali appoggerà gioco-forza il candidato del Carroccio Manes Bernardini, piazza un colpo da Novanta. Il nome, agli elettori, forse, può non dire molto, ma ha un curriculum e, soprattutto, entrature di tutto rispetto. Si chiama Giuseppe Zavatta, 67 anni, bolognese, e per almeno 20 anni il braccio destro dell’editore Andrea Riffeser Monti nella Poligrafici, la società che edita Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno.
Era da lui, Zavatta, che i direttori dovevano passare per le richieste di assunzione, contratti ai collaboratori, organizzazione delle redazioni. Sempre a lui dovevano chiedere prima di bussare alla porta dell’editore Riffeser. Direttori che, talvolta, erano stati “suggeriti” proprio dal ragionier Zavatta.
Un mastino, come lo ricordano nei corridoi della Poligrafici, instancabile lavoratore, in giro tra l’Emilia Romagna, la Toscana, la Lombardia l’Umbria e le Marche, con la sua Bmw station wagon. Un capo del personale (questa la sua qualifica) insolito nell’ambiente dei giornali: lui andava nelle redazioni e incontrava dal capo servizio all’ultimo collaboratore in attesa di essere assunto, talvolta suggeriva servizi o approfondimenti e, sempre lui, teneva i rapporti sindacali, sia con i giornalisti che con i poligrafici.
Poi, a dicembre del 2010, è arrivata l’età della pensione, il tempo di Zavatta, che nel gruppo Riffeser era cresciuto, già vice del mitico Capparelli, era scaduto. Anzi, Riffeser lo ha tenuto gli ultimi due anni con un contratto di consulenza, pur ricoprendo la stessa carica di sempre, ma alla fine hanno convenuto sull’uscita definitiva.
Ha passato le consegne al suo sostituto, Enrico Balloni, che arriva dalla famiglia degli alberghi del gruppo, e si è ritirato. Agli amici da tempo aveva detto di aver ricevuto corteggiamenti da parte di alcuni politici, ma che non avrebbe preso neppure in considerazione l’ipotesi di una candidatura. Negli ultimi giorni è successo qualcosa e alla fine Zavatta ha accettato.
Avrebbe potuto godersela – è appassionato di mare, ma alla riviera romagnola ha sempre preferito soggiornare nella più blasonata Viareggio – ma evidentemente non si voleva ritirare nella sua casa sui colli.
La candidatura di Zavatta arriva dopo che il Pdl ha bruciato, prima alla Regione, poi alla poltrona di sindaco, Giancarlo Mazzuca, anche lui area Poligrafici, amico di Riffeser ed editorialista dei tre quotidiani.
Cosa porta in dote Zavatta, dal punto di vista dei numeri, impossibile da sapere. Certo è che al Carlino conosce tutti, dal padrone all’usciere, e qualche beneficio ne può trarre.
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Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo avere incontrato i bambini della quinta C dell'Istituto De Amicis-Da Vinci di Palermo, che lo scorso novembre furono insultati in centro città per il colore della pelle, perché molti di loro sono di origini straniere, si è fermato in classe a rispondere alle loro domande. Sopra la lavagna in classe c'è una bandiera tricolore.