Le considerazioni che seguono sono state ispirate dalla lettura di un bell’articolo di James Carroll, sull’International Herald Tribune del 5 aprile. In particolare una frase: “Il disprezzo per la religione di Maometto è un pilastro fondamentale della civiltà occidentale”. E alcuni “dettagli” storici che testimoniano non la loro, ma la nostra ignoranza.

“Come è sempre tipico dei bigotti”, scrive Carroll, gli europei seppero a lungo molto poco della religione musulmana, se è vero com’è vero che, seppure il Corano risalga al VII secolo, non ne esistette una traduzione latina fino alla metà del XII secolo. E, citando il teologo cattolico Hans Kung, risulta che il primo resoconto “approssimativamente obiettivo” dell’Islam e del profeta Maometto non apparve in Europa fino al XVIII secolo. Per altro prontamente censurato dalla Chiesa cattolica.

Eppure – osserva Carroll – l’Islam fu un grande movimento di liberazione e di cultura, che portò milioni di arabi verso una religione monoteista e “democratica”, perché consentiva, in fondo, l’accesso a un Dio unico anche agli ultimi diseredati . Questo, “e non la coercizione”, permise all’Islam di diffondersi con una straordinaria velocità e vitalità.

L’idea, poi, di un Islam “violento” è piuttosto il frutto, velenoso, della nostra bigotteria. Non è da questo che deriva anche l’idea, altrettanto velenosa, secondo cui avremmo il diritto di imporgli la nostra democrazia?

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