“Entro i prossimi due mesi aumenteremo le quotazioni di Chrysler del 5%, ed entro la fine del 2011 arriveremo al 35%”. Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, in occasione della sua lezione alla Business School dell’Università di Bologna, torna sull’ipotesi che vedeva la Fiat intenzionata a rimandare la scalata della Chrysler al 2012. La Fiat, dice l’ad, passerà dal 25% attuale al 30% entro due mesi, per arrivare al 35% prima della fine dell’anno. “Credo che siamo molto vicini a salire del 5% – ha detto – sarà risolto entro i prossimi 60 giorni”. Anche se non esclude lo slittamento dell’operazione di qualche mese “per rispondere a esigenze del gruppo”. Marchionne ha poi bocciato il recente aumento dei tassi. “Non aiuta di sicuro la domanda – ha aggiunto – è fisiologico, avrà di sicuro un impatto negativo”. Mentre ha confermato la progettazione di un nuovo tipo di auto da “40 miglia al gallone”, pronta entro dicembre. Nonostante i risultati poco soddisfacenti, ha inoltre ribadito l’intenzione di non sciogliere la Joint venture con gli indiani di Tata Motors.
Durante la lezione Marchionne ha respinto le accuse di essere un imprenditore lontano dall’Italia: “Le accuse mi sono arrivate solo perché ho sempre parlato con onestà intellettuale – ha detto – non vogliamo finanziamenti dallo stato, vogliamo essere liberi di gestire la nostra impresa”.
In merito all’azione dell’Unione Europea nel fronteggiare “l’emergenza profughi”, ha criticato la scarsa coesione dell’organizzazione sovranazionale dove, secondo il leader di Fiat, manca una voce unica. “Le coste italiane – ha detto – sono prima di tutto frontiere europee. Il problema dei profughi va risolto a livello comunitario”.
Più di cento le persone salite fino a Villa Guastavillani per ascoltare l’amministratore di Fiat, a cui si aggiungono una trentina di manifestanti, operai della Fiom e giovani dei centri sociali, che fuori dai cancelli hanno contestato Marchionne con striscioni e cartelli.