A Milano cresce il numero degli alunni (più 1.200), diminuisce il numero dei docenti messi a disposizione (meno 940). La senatrice del Pd Marilena Adamo ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Istruzione
Tempo pieno addio. Anche a Milano dove questo tipo di servizio era scelto dalla quasi totalità delle famiglie. L’ufficializzazione dei dati sui tagli che si stanno effettuando in questi giorni nelle scuole lo dimostrano: cresce il numero degli alunni (più 1.200), diminuisce il numero dei docenti messi a disposizione (meno 940). Il calcolo viene dai sindacati della scuola che stanno cercando di arginare la disfatta e hanno già indetto delle manifestazioni di protesta.
Se non si otterranno altre risorse il prossimo anno scolastico a Milano vedrà una media di 40,1 ore settimanali di insegnamento per classe, contro le 44 del modulo per decenni perseguito. E le 40 ore non sono certo il tempo pieno, perché di fatto tagliano tutte le possibilità di offrire un servizio che tenga conto delle diverse necessità delle classi: attività di sostegno per le fasce più deboli o di arricchimento per tener conto degli interessi dei singoli alunni, più difficoltà per integrare alunni disabili o bambini immigrati che magari non conoscono una parola di italiano.
Salta, insomma, un modello di qualità per essere sostituito da un sistema che limita pesantemente l’efficacia del lavoro dei docenti e, di conseguenza, impoverisce le risorse riservate agli alunni. Insomma il contrario di quanto il ministro Gelmini va sostenendo a parole. Una pseudoriforma che mortifica con i tagli lineari quanto di buono si era riusciti a costruire negli anni passati. Se ne parlerà anche in parlamento dove la senatrice milanese Pd Marilena Adamo ha già presentato un’interrogazione in cui si chiede alla Gelmini “se intenda predisporre dei provvedimenti urgenti al fine di supplire alla grave carenza di organico e al mancato soddisfacimento delle esigenze delle famiglie e degli alunni relativamente agli orari e all’organico del tempo pieno, al fine di onorare gli impegni pubblicamente assunti dal Governo in tal senso, nonché al fine di garantire il diritto all’istruzione, tutelato dall’articolo 32 della Costituzione”.
“Ecco come si realizza il capolavoro della Gelmini- protesta il sindacalista Pippo Frisone – . Il tempo pieno che abbiamo conosciuto e apprezzato per anni nella scuola pimaria (quello con le compresenze, i laboratori, i piccoli gruppi per l’integrazione e il sostegno ecc) non c’è più. A Milano e nelle altre province della stessa Lombardia è stato proprio il tempo pieno a farsi carico della pesantezza dei tagli soprattutto nella fase iniziale. Aesso l’operazione tagli si è fatta più raffinata e sottile , puntando tutto sulla graduale eliminazione delle compresenze”.