”Io sono innocente, la mia è una vicenda kafkiana. Io sono capacissimo di andare in Aula e chiedere al mio partito, che è il Pd, di essere arrestato! Capito? Sono io che glielo chiedo!” In una intervista al Corriere della Sera, il senatore del Pd, Alberto Tedesco, dice di sentirsi “perseguitato dai giudici” e di comprendere lo stato d’animo del premier: “Ora – afferma – capisco Berlusconi!”.
Poi si sofferma sul suo partito, diviso sulla sua vicenda, anche se ha bocciato la relazione sul no all’arresto: “Dovrei stupirmi? Sa, intanto il mio partito, in questo preciso momento politico, invischiato com’è nella partita giudiziaria con il Cavaliere, non è in condizioni di mettersi contro la magistratura e poi io lo conoscevo il ragionamento del mio collega senatore Felice Casson, non casualmente ex pm di Venezia”. “Lui diceva – prosegue Tedesco – poiché non c’è persecuzione, nei confronti di Tedesco, devono essere i magistrati di Bari a decidere”. Un ragionamento, questo, che a Tedesco pare “un tantino troppo formale”.
In mattinata Tedesco ha smentito le parole riportate dal Corriere della Sera: “Un’intervista totalmente stravolta – ha puntualizzato – e mi dispiace che il primo giornale in Italia faccia questo. Non ho mai detto di capire Berlusconi, ma l’esatto contrario, cioè che Berlusconi scappa dai processi e io invece lo sto invocando per dimostrare la mia innocenza”.