Quattro notizie apparentemente slegate.
Berlusconi dà la sua voce a uno spot promozionale sull’Italia voluto dalla Brambilla.
Il ministero dei Beni Culturali cede il diritto d’immagine sul Colosseo alla Tod’s di Diego Della Valle.
Milano, a tre anni dall’assegnazione dell’Expo 2015 non è ancora riuscita a decidere sulle aree destinate alla manifestazione né, di conseguenza, sulla filosofia alla quale ispirare l’Expo: orto planetario o nuove tecnologie. Lotta senza quartiere fra Comune e Regione, tesi a difendere ognuno gli speculatori della propria parrocchia e gli interessi della propria amministrazione.
In riunione coi governatori regionali sul problema dell’immigrazione, Berlusconi con la consueta eleganza afferma spiritosamente che registrerà il marchio del bunga bunga per sfruttarlo in tutte le regioni.
Bell’Italia
La Brambilla, ministro del Turismo,
ha richiesto al miglior dei condottieri
di far marketing con il suo lirismo
al fin di accalappiare gli stranieri.
Di spot vorrebbe avere una campagna
che, con lo charme del cosmico bugiardo,
racconti che l’Italia è una cuccagna
e che quando ci arrivi sei in ritardo.
Emergon presto le difficoltà:
non si può decantare il Colosseo
poiché la Tod’s ha l’esclusività
e dell’Italia non è più un trofeo.
Pompei, complice Bondi, è ormai distrutta
con can latranti e ruderi cadenti
ed il nuovo ministro che debutta
non sa della cultura un accidenti.
L’Expo 2015 a Milano?
C’è Formigoni in lotta con Letizia,
stan litigando per question di grano
al fine di arricchire l’edilizia
e l’Expo di uno scempio sarà un caso.
Pur Napoli, ancor piena di monnezze,
e L’Aquila, modello Bertolaso,
non son più fra le italiche bellezze.
Riflette a lungo il nostro presidente
col fior fior degli esperti intorno a sé
e infin la soluzion gli viene in mente.
Con la voce esaltata dice: “Alé,
con le zoccole giunte da ogni dove
per l’aiuto di Mora, chiunque giunga
godrà del casto gioco delle alcove!
Turisti, vi aspettiam col bunga bunga!”