Quando dico che UNA BOLOGNA PEGGIORE E’ POSSIBILE, lo dico col qore rossoblù (che sono i colori della squadra di calcio che milita in serie A) pulsante in mano. Questa città simile alla Springfild descritta da Matt Groening (l’ideatore dei Simpson), sempre con la stessa gente, sempre con gli stessi personaggi è bellissima e peggiorarla è possibile eccome. Tutto qui. No ve l’ho detto perchè i bolognesi si offendono e bla bla bla.
Qualche settimana fa le ecs sbarbe di Bolognavivere nel loro giornalino chiedevano alla cittadinanza passiva “Ma qual è il sindaco ideale?”. Bella domanda, molto intrigante e merita una risposta, quindi ci provo io.
Il sindaco ideale deve rappresentare la città e i suoi umori, basta capire cosa vuole la maggioranza dei cittadini il gioco è fatto. Per tastare il polso della situazione basta entrare in un qalsiasi bar, andare al centro commerciale negli orari di punta del sabato mattina, ascoltare le aradio locali, non prendere mai l’autobus e il gioco è fatto. Il sindaco ideale deve innanzitutto essere un bolognese ariano, di quelli con mamma e papà bolognesi, nonno umarell con orto e gran cagacazzo ecs finto partigiano, nonna zdaura che prepara dei tortellini e delle tagliatelle al ragù buonissime che se tutte le nonne fossero come lei, i ristoranti di Bologna chiuderebbero dal primo all’ultimo. L’età del sindaco ideale è tra i quaranta e i cinquant’anni, la città chiede innovazione, ma non vuole un giovane, peferisce un adultolescente possibilmente stempiato, dall’aspetto ordinario e vestito un po’ elegante e un po’ chesuol. Il sindaco ideale non deve essere sposato, ma neppure deve convivere. Deve però avere una fidanzata storica, carina, ma non troppo, pure lei in casa con i genitori perchè il futuro è incerto. Il sindaco ideale non deve avere figli perchè ha paura di farli e soprattutto dei costi che essi comportano. E poi i figli sono un impegno e il sindaco non è che ha tutto sto tempo da perdere per dei marmocchi senza futuro. Il sindaco ideale di fondo è un gran plumone (tirchio) e pur non vivendola in prima persona, deve avere paura della CRISI e deve rassicurare il popolo con frasi tipo “Che brutto mondo. Tutta colpa della globalizzazione. Io credo nelle energie alternative e sono contrario al nucleare. Mi piace molto Obama. La Spagna, l’Irlanda e il Portogallo sono in crisi, i prossimi saremo noi”. Il sindaco ideale non ha idea di cosa sia un lavoratore precario in quanto lui ha sempre avuto un lavoro dipendente, lo stesso da quando si è laureato, lo stesso che gli hanno trovato i genitori che a Bologna conoscono tutti quelli che contano. In alternativa a questo profilo professionale, come sindaco ideale va bene anche uno che non lavora o non abbia mai lavorato in vita sua. Uno di quei tipici bolognesi che danno gli appartamenti in affitto a studenti fuorisede e li odiano con tutte le loro forze, ma così per partito preso. In realtà, gli unici fuorisede che conoscono sono dei pancabbestia salentini che gli sfasciano gli appartamenti che ora preferiscono dare in affitto ai pachistani che sono molto più bravi, dei gran lavoratori. Così lui dice. Come che lavorare fosse sto gran valore. Il sindaco ideale è contro il CIVIS anche se non ha idea di cosa sia il CIVIS, però visto che sono tutti contro, anche lui deve essere contro, altrimenti che rappresentante dei bolognesi è? Il sindaco ideale possiede una musicassetta di Beppe Maniglia che però snobba. Il sindaco ideale ricorda ancora con un brivido quelle domeniche pomeriggio ghiacciate di gennaio dove il tarzan di Bologna si presentava con la canottiera a rete e faceva scoppiare le borse dell’accadueo calda. “Si, ma quelle borse erano finte. Se le faceva preparare su misura” rivelerà ad un’intervista alla aradio, mezzo di comunicazione che in tandem con le televisioni locali utilizzerà per promuovere la sua attività e per farsi conoscere dagli umarells, ancora per qualche decennio maggioranza relativa. Il sindaco ideale è inconsapevolmente schiavo della tecnologia, un ecs cinno scurzone che usa feisbuc, tuitter e tutti i social notuorc che esistono e che esisteranno. Il sindaco ideale racconta di essere impegnatissimo anche quando ha dormito tutto il pomeriggio per digerire il ragù delle tagliatelle della nonna e frequenta sempre le stesse persone, gli amici della balotta, quelli di sempre. Una garanzia. Poi in privato li critica. Queste sono solo alcune delle qualità che il sindaco ideale di Bologna dovrebbe avere, o così o pomì. Se invece tutto quello che ho detto non vi va bene, che si candidi una donna a caso e va benissimo. Una Bologna peggiore è possibile.