Diritti

Quando l’Inps è una barriera architettonica

Dal 1° gennaio 2010 è stata modificata la procedura per il rinnovo dell’invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, “con l’obiettivo” si legge nella circolare dell’Inps “di realizzare la gestione coordinata delle fasi amministrative e sanitarie finalizzata ad una generale contrazione dei tempi di attraversamento del processo di erogazione delle prestazioni”. Si tratta della visita medica effettuata dalle Aziende Sanitarie Locali dalla quale scaturiscono “benefici” quali il riconoscimento dell’invalidità e la pensione d’accompagno. Non sono molti soldi, ma sono utili ai diversamente abili per pagare l’assistenza.

In poche parole, prima l’utente veniva contattato in prossimità della scadenza del certificato e gli veniva comunicato l’appuntamento per la visita medica per il rinnovo, ora è l’utente che deve contattare l’Inps per farsi dare l’appuntamento.

Poco male in fondo, basta tenere sotto controllo il certificato e ricordarsi di chiamare, pena la sospensione dell’invalidità e quindi dell’erogazione dell’assegno di accompagno. Cosa è successo? Semplice chi non ha saputo del cambio di procedura si è visto improvvisamente revocato l’accredito della pensione. Si, perché l’Inps non ha provveduto a comunicare agli aventi diritto i cambiamenti, visto che tra l’altro imponevano a carico dei disabili un nuovo onere, ma si è limitata a pubblicare la circolare sul suo sito.

Può sembrare poca cosa se non fosse che stiamo parlando di persone diversamente abili, di persone per le quali a volte fare una rampa di scale è cosa complessa, anziani con problemi visivi che navigano difficilmente in internet, persone che a volte possono contare solo sull’assistenza di terzi che devono essere quindi sempre attenti, pronti e informati.

Sarebbe bastata una lettera, una comunicazione, un telegramma, un cenno di interesse da parte dell’Inps che permettesse ai disabili di venire prontamente e efficacemente a conoscenza del proprio nuovo obbligo.

Il guaio vero è che in questo Paese la disabilità è considerata un carico per la spesa pubblica e fonte di privilegi per chi ne è colpito. La disabilità è un fatto obiettivo cui non ci si può sottrarre, ma è anche l’occasione per ognuno di noi di scoprire che c’è un mondo diverso che ha bisogno di servizi ma anche di considerazione, di pazienza ma anche di impegno. Non serve pietà per le persone disabili, serve la consapevolezza che complicargli la vita è una profonda ingiustizia.