Sul Lodo Mondadori è stata tentata una “rapina a mano armata” con un attacco patrimoniale che, però, “noi vinceremo”. Il nuovo attacco di Silvio Berlusconi contro i magistrati arriva dalla convention dei cofondatori del Pdl. Dove il premier ha parlato del lodo raggiunto con “la tessera numero uno del Pd, Carlo de Benedetti” e del risarcimento da 750 milioni di euro a favore del presidente del gruppo Espresso deciso dalla sentenza, momentaneamente sospesa, del giudice Raimondo Mesiano: “Un assalto patrimoniale contro di me. Un giudice singolo ha formalizzato una sentenza sul Lodo Mondadori che non esito a definire una rapina a mano armata”. Berlusconi ha ricostruito a modo suo la vicenda dell’accordo Fininvest-Cir: “De Benedetti si alzò dal tavolo saltando di gioia, io rimasi seduto sconfortato”. Ora, aggiunge, “alla Mondadori, che ha 252 milioni di valore, si chiede di risarcirne 750”.
E poi argomentazioni già usate più volte. Come l’impossibilità di fare una riforma della giustizia in passato per colpa di “un patto tra Fini e i magistrati che gli garantivano protezione”. L’attacco all’uso delle intercettazioni, tipiche, secondo lui, di uno stato di polizia, “il contrario della libertà”. Il Cavaliere ha poi ribadito che “la Corte Costituzionale da organo di garanzia è diventato un organo politico che boccia le leggi impugnate dai magistrati di sinistra”. Ed è tornato sulle sue vicende processuali: ”Ho giurato che nessuno dei fatti sul quale i magistrati hanno costruito i 31 processi che mi riguardano corrispondono a realtà. Alla fine ci sarà un giudice a Berlino. Non sono mai stato preoccupato. Certo non fa bene all’immagine dell’Italia e del governo che il presidente del Consiglio abbia in casa la magistratura addosso per 31 processi. La sua immagine diventa peggiore di quella di Al Capone”.
“Non mi hanno impensierito – dice il premier sulle inchieste in cui è coinvolto – ma hanno gettato fango e discredito su me e sull’Italia. Io sono nel giusto ma mi azzannano da tutte le parti”. E’ anche per questo che Berlusconi spiega la sua “assenza” dal partito, giustificandosi davanti alla platea che partecipa alla convention organizzata dalla componente del Pdl guidata da Carlo Giovanardi, Gianfranco Rotondi e Stefano Caldoro: “Nell’ultimo anno non mi sono mai occupato del partito. Prometto che dopo le prossime elezioni amministrative, che vinceremo, tornerò a occuparmene, per dare nuovo slancio al partito”.
Il premier ha ribadito il suo ottimismo sulla tenuta del governo fino alla fine della legislatura: ”Entro due settimane avremo alla Camera una maggioranza di 330 parlamentari, contro il 297 dell’opposizione, se due parlamentari dell’opposizione manterranno l’impegno di non votare o astenersi” nei prossimi passaggi in aula. E non sono mancate le promesse alla platea cattolica: ”La situazione dei conti è difficilissima e sarà difficile trovare le risorse per il quoziente familiare, ma è giusto che il capo di una famiglia numerosa paghi meno del singolo”, ha detto Berlusconi che ha chiamato sul palco Giovanardi e lo ha rassicurato: “Mi hai talmente sfinito che se Tremonti non tira fuori i 50 milioni di euro per il piano famiglia, quei soldi te li do personalmente io”.
Nel suo intervento a tutto campo, il Cavaliere ha attaccato anche l’altro suo ex alleato Pier Ferdinando Casini: “Non so come farà a spiegare ai suoi elettori di sempre la sua prossima alleanza con i comunisti”. Che per lui sono sempre gli stessi, non sono mai cambiati. E ha parlato di nuovo della villa a Lampedusa di cui aveva annunciato l’acquisto, poi non avvenuto: ”Alla mia bella età non ho mai disonorato una promessa anche se la sinistra dice il contrario. La casa a Lampedusa l’ho acquistata, ho firmato un documento, ma poi è risultato che la proprietà di quella casa era demaniale e io oggi, dopo la mia visita pubblica a Lampedusa, perfezionerò quell’acquisto”.