In ufficio lavoravano in sette, gli altri timbravano, poi uscivano quasi subito. La Finanza ha messo sotto controllo l'ufficio con le telecamere. Sono tutti dipendenti del ministero dello Sviluppo
Trentatre dipendenti della sededi Bologna del Ministero dello Sviluppo economico-dipartimento comunicazioni ispettorato regionale dell’Emilia Romagna sono indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato con violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione: secondo l’accusa, si allontanavano dall’ufficio durante l’orario di lavoro senza autorizzazioni o giustificazioni, alcuni timbrandosi reciprocamente il cartellino segnatempo, in modo da risultare comunque in servizio. In questo modo riuscivano in molti casi anche a maturare il buono pasto.
I 33, in un ufficio composto da un quarantina di persone, hanno ricevuto l’avviso di fine indagine dopo un’inchiesta condotta dal Pm di Bologna Antonella Scandellari e dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza.
A mettere in moto le indagini è stata la denuncia-querela di uno dei dipendenti, che si era sentito disgustato dal comportamento di sei colleghi, quelli che hanno maggiormente approfittato della situazione. Poi sono partite le indagini: una telecamera nascosta ha filmato gli allontanamenti e sono stati coinvolti anche gli altri 27 dipendenti (per molti di loro la posizione appare meno grave) finiti indagati. In totale i casi più significativi sono diventati otto. Molti approfittavano per andare a fare la spesa e c’è anche il caso di una assistente amministrativa, 46 anni, che figurava in servizio mentre frequentava un vicino centro di estetica e fitness. Nei giorni di frequentazione della palestra riusciva anche ad accumulare diversi minuti di eccedenza lavorativa.