Appoggio senza riserve all’istituzione di una commissione antimafia a Bologna. Il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani plaude alla proposta annunciata ieri da Virginio Merola in un’intervista al Fatto di istituire una commissione antimafia in città, insieme a un codice di autoregolamentazione per la raccolta delle informazioni sulle infiltrazioni mafiose e apre una campagna elettorali dai toni, fino a oggi, bassi e pacati. Ma una cosa la dice: la grande criminali, in Emilia Romagna, fa paura. Non è più un mostro di cui non si può pronunciare il nome, i clan esistono, muovono soldi e potere, sono arrivati al cuore dell’economia molto più di quanto si pensasse. “Occorre tenere alto il livello di guardia contro le infiltrazioni mafiose al nord – ha detto a margine della notte bianca della scuola a Bologna – Per questo mi sono già messo in contatto con esponenti attivi dell’antimafia”.
Prima di sedersi nella platea del Teatro Testoni, per assistere alla serata organizzata dal Pd in difesa della democrazia e della scuola pubblica, Bersani ha commentato anche la recente spaccatura tra Cgil e Cisl di Bologna, invitando entrambi a trovare un punto d’incontro in nome della Costituzione. “Ho sentito – ha detto il leader del Pd – che sono in corso contatti per un incontro tra i sindacati. Sono molto contento, perché all’articolo 1 della nostra Costituzione c’è il lavoro, che rappresenta prima di ogni altra cosa l’unità di questa nazione”. Non risparmia stoccate sull’avanzata della squadra di Bossi nella “rossa Bologna”, attaccando il Carroccio al cuore della sua campagna elettorale: la sicurezza. “Lo spadone del Carroccio si sta flettendo – ha detto ironicamente – Non ci vengano a parlare di sicurezza, perché adesso, per salvare Berlusconi, mollano alcune migliaia di criminali solo per fare un piacere al premier.”
Immancabile un commento su Berlusconi, in particolare sulla barzelletta con cui oggi il premier ha liquidato la manifestazione dei precari. “Le sue battute sono un continuo schiaffo alla sofferenza del Paese, non possiamo andare avanti così. Abbiamo 300 mila giovani licenziati senza nessun aiuto. Solo uno su cinque in questo momento sta lavorando”. E ha poi aggiunto: “Rispondere a tutto questo con delle barzellette è un ignominia. Solo un miliardario può parlare così, e un Paese come questo non può essere governato con l’ottica di un miliardario”.
Non risparmia critiche nemmeno sulla gestione dell’emergenza profughi. Secondo il leader del centrosinistra il comportamento del governo sta portando al fallimento. “Noi siamo pronti a sostenere una linea seria di confronto con l’Europa – ha aggiunto – Ma se il loro atteggiamento è quello di chi la grida più forte fra noi, i francesi e i tedeschi, se la vedano da soli. Evidentemente la destra italiana ed europea è in grado, su questo problema, solo di fare propaganda e non di risolvere”.
Interrogato dal Fatto sul caso del senatore Pd Alberto Tedesco, il cui arresto dovrà passare dall’autorizzazione della camera nei prossimi giorni, Bersani ha ribadito la linea del partito: “Non abbiamo una posizione – ha dichiarato – Non diremo se votare contro o a favore di un arresto. Ognuno agirà secondo coscienza, valutando le carte”.