Nel mese di aprile, e fino ai primi di maggio, sarà in tour in Italia uno dei personaggi di culto della controcultura statunitense: Jack Hirschman. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Jack circa vent’anni fa e di condividere progetti, sogni, entusiasmi, sconfitte, trasformazioni del mondo, l’idea stessa di una “casa per la poesia”, luogo di rifugio ma anche di costruzione del futuro. Dopo il crollo dei muri e delle ideologie, la globalizzazione, l’omologazione, Hirschman continua a gridare con forza il suo sdegno e la sua rabbia per le persistenti ingiustizie del mondo, continuando ad avere fiducia negli uomini e soprattutto nella forza trasformatrice nella poesia. Chi vuole può leggere la ricca biografia di questo protagonista della poesia di rivolta e di opposizione.
Ai lettori di questo blog una poesia: La felicità.
C’è una felicità, una gioia
nell’anima che è stata
sepolta viva in ciascuno di noi
e dimenticata.
Non si tratta di uno scherzo da bar
né di tenero, intimo umorismo
né di amicizia affettuosa
né un grande, brillante gioco di parole.
Sono i superstiti sopravvissuti
a ciò che accadde quando la felicità
fu sepolta viva, quando essa
non guardò più
dagli occhi di oggi, e non si
manifesta neanche quando
uno di noi muore – semplicemente ci allontaniamo
da tutto, soli
con quello che resta di noi,
continuando ad essere esseri umani
senza essere umani,
senza quella felicità.
Per chi volesse, è possibile leggerla in originale e soprattutto ascoltare la lettura di Hirschman. Al pianoforte Gaspare Di Lieto.
Traduzione di Raffaella Marzano
Foto di Andrea Pecchioli, archivio Casa della poesia