Forse non ce la faranno, ma ci proveranno fino alla fine a spegnere tutte le voci libere, ad oscurare tutto l’oscurabile. Berlusconi ha in mano sondaggi che lo terrorizzano, è divorato dalla paura e per questo reagirà nell’unico modo che conosce: acquistare i riottosi, minacciare i nemici, spegnere tutte le voci non allineate, scomode, quelle che ancora non cancellano i fatti. Se non si capisce questo, non si riesce a capire quello che sta accadendo alla Rai, in queste ore.
Il direttore generale Masi, nella speranza di riguadagnare posizioni, tenta di portare in dono al cavaliere le teste di Santoro, Travaglio, Gabanelli, Dandini, Annunziata, Fazio, Floris… In altre parole tenta di chiudere Raitre, almeno nelle forme attuali. Per raggiungere questo obiettivo, fallito l’assalto più apertamente politico, ora tenta la carta dei contratti da rinnovare, delle clausole da definire, dei costi da ridurre. Naturalmente sono tutte balle: lo stesso direttore ha concluso i cospicui contratti di Ferrara e Sgarbi, la stessa azienda ha regalato un milione di euro alla signora Bonev senza colpo ferire e senza mai fornire uno straccio di informazione sulle ragioni di queste scelte editoriali.
Peraltro le trasmissioni che si vorrebbero colpire sono fiori all’occhiello della Rai, vincono premi in quantità industriale, negli indici di valutazione di gradimento e di qualità sono ai primi posti ed hanno costi inferiori a trasmissioni simili collocate sulle altre reti. Non prendiamoci per i fondelli, le trasmissioni da colpire sono esattamente quelle di sempre, quelle che stavano nelle telefonate di Trani, quelle che i berlusconiani hanno più volte indicato come i bersagli da colpire. Non sono affari loro, neppure affari della sola Rai, la eventuale chiusura anche di uno solo di questi programmi rappresenterebbe, nella Italia del conflitto di interessi e delle leggi porcata, una ferita all’articolo 21 della Costituzione, un insulto ai diritti di libertà di ciascun cittadino.
Da oggi sul sito di Articolo 21, lanciamo la campagna No alla censura con il mio canone, per chiedere alle autorità internazionali e nazionali di vigilare su quanto sta accadendo e di intervenire prima e non dopo, quando ormai sarebbe inutile e colpevolmente tardivo. Per queste ragioni la manifestazione convocata al Pantheon di Roma per mercoledì, dalle 17 alle 20, sarà anche contro la censura, contro i bavagli, contro chi vorrebbe la prescrizione per sè e la proscrizione per gli altri.