Se quella di stamattina doveva essere la prova generale della capacità di mobilitazione del Pdl, il tentativo è da considerare decisamente fallito. Duecento persone, duecentocinquanta a stare larghi hanno accolto l’arrivo e l’uscita del presidente del Consiglio all’ingresso del Tribunale di Milano. Rumorose, certo, armate di cartelli e slogan, gridati all’indirizzo dei magistrati così come del personale del tribunale: “Andate a lavorare”, “comunisti di m….”, così si sono sentiti dire alcuni dipendenti che si erano affacciati dalla finestra. A questi si sono aggiunti anche insulti al pm Ilda Boccassini: “Boccassini guardona” e “Boccassini dicci come mai i criminali non li processi”.
Folklore a parte, la prova da Caimano è stata decisamente un flop. Soprattutto se si considerano i numeri esibiti sulla carta dalla macchina berlusconiana. I circoli della Libertà, organizzatori della claque, sono ufficialmente alcune migliaia, almeno a sentire le dichiarazioni roboanti degli ultimi anni esibite dal ministro del Turismo Michela Brambilla, che dei Circoli e dei Promotori è la presidente e la principale sostenitrice.
Eppure, a parte i sempre presenti Santanchè e Mantovani, davanti al tribunale di Milano sono arrivati giusto 5 o 6 pullman. Dal primo, arrivato questa mattina da Piacenza prima dell’inizio dell’udienza sono scese una ventina di persone. E il risultato complessivo è rimasto ben lontano dalle mille persone annunciate ieri a mezzo stampa dal coordinatore lombardo Mario Mantovani: “Abbiamo avvertito la gente e soprattutto abbiamo inviato email a tutti i coordinatori provinciali della Lombardia chiedendo la loro partecipazione. Mi hanno chiamato anche da Ravenna dieci signore chiedendomi se potevano venire”, chiosa il coordinatore al Corriere della Sera, “ci aspettiamo un migliaio di persone”.
Eppure, il testo della mail inviata ai sostenitori dei Circoli non lasciava spazio ai ripensamenti. Anzi, era una vera e propria convocazione a nome del partito:
Caro Amico,
lunedi’ 11 aprile, il presidente Silvio Berlusconi sarà in tribunale a Milano per un’udienza del processo Mediatrade.
Si tratta dell’ennesimo processo avviato contro di lui in questi 17 anni: una persecuzione giudiziaria senza precedenti, ad opera di settori fortemente politicizzati della magistratura, che ha il solo scopo di mettere fuori gioco il presidente del Consiglio scelto dagli italiani.
Dobbiamo impegnarci, come ci ha chiesto il presidente stesso nel suo ultimo audiomessaggio, per far conoscere a tutti la verità sui processi in corso e spiegare agli italiani il tentativo di sovvertire il voto popolare che viene messo in atto. Ecco perché abbiamo deciso di mobilitarci e di ritrovarci lunedì 11 aprile, alle ore 9.00, davanti al Palazzo di Giustizia: vogliamo salutare il nostro presidente e dimostrargli che noi siamo dalla sua parte, dalla parte della ragione.
Certi che non mancherai di cogliere il significato e l’importanza di questo appuntamento, contiamo sulla tua partecipazione e ti chiediamo di estendere l’invito ad amici e conoscenti.
Un caro saluto, lo staff dei Circoli della Libertà
E invece anche il palco, inizialmente allestito su un camion per ospitare – presumibilmente – l’intervento di Berlusconi, così come è arrivato se ne è andato. E il premier si è limitato a poche parole pronunciate da un microfono, a favore di telecamere. Per il pubblico delle grandi occasioni ci saranno sicuramente altre occasioni.