La struttura di Prati di Caprara a Bologna non è pronta: l'annuncio è stato dato dall'assessore provinciale alla protezione civile. Ma gli arrivi sono già programmati per domani
Ma la struttura di Prati di Caprara, che dovrebbe accogliere la maggioranza dei migranti nella città di Bologna, non è ancora pronta. L’ex caserma nei pressi dell’Ospedale Maggiore potrebbe accogliere fino a 300 profughi (quasi il totale di quelli previsti a Bologna fino alla fine dell’emergenza), ma, secondo le parole dell’assessore provinciale alla protezione civile Emanuele Burgin, Prati di Caprara non sarà utilizzata per accogliere i migranti, almeno nella prima fase. Ci sarebbero, secondo quanto dichiarato dall’assessore alla conferenza metropolitana con i sindaci della provincia di Bologna, problemi con l’Esercito, proprietario della caserma, che ancora dovrebbe confermare la sua disponibilità. “Su Prati di Caprara ci sono problemi di titolarità – ha spiegato l’assessore – che certamente si risolveranno, ma non in questa prima fase”. Nonostante all’interno della caserma i lavori siano già iniziati. “Servirà qualche lavoretto – ha affermato Burgin – per attrezzare l’area allo scopo ma l’idea condivisa da tutti è quella di non creare grossi agglomerati né tendopoli”.
“Per il momento non abbiamo bisogno di Prati di Caparra – ha affermato il commissario – abbiamo strutture in grado di gestire la prima ondata”.
“Attendiamo l’arrivo dei profughi – ha continuato Burgin – forse già nelle prossime ore, e sicuramente in settimana ne arriveranno dai 130 ai 150 destinati a tutta la provincia”. A Bologna città i profughi saranno il 50% sul totale degli arrivi in tutto il territorio provinciale. Sessanta migranti, o poco meno troveranno ospitalità sotto le Due Torri, dove però per il momento sono solo 50 in posti già disponibili, esclusi i 15 di villa Pallavicini, gestiti dalla Curia e i diciannove tunisini presenti al centro Beltrami già da sabato.
I cinquanta posti messi a disposizione da Palazzo d’Accursio sono tutti riconducibili al complesso di Villa Ghigi, in via San Mamolo, su cui fino ad ora non era trapelata nessuna indiscrezione. “Altre strutture – ha rivelato il commissario Cancellieri – hanno messo a disposizione alcuni posti, nel numero di cinque o sei unità”.
L’Asp Poveri Vergognosi, ad esempio, che accoglierà alcuni profughi in via del Miliario. Altri cinque migranti saranno ospitati da Padre Marella, in via del Lavoro e nel complesso di Villa Aldini, in via dell’Osservanza. “L’arrivo dei profughi nella provincia di Bologna è già iniziato – ha spiegato il subcomissario al bilancio Maria Antonietta Dionisi. E’ previsto per oggi l’arrivo all’aeroporto Marconi di un aereo proveniente da Lampedusa con 40 minori bordo. “I minori hanno tra i 15 e i 17 anni – ha spiegato l’assessore provinciale ai servizi sociali Giuliano Barigazzi – e saranno prima trattenuti in aeroporto per qualche ora e poi distribuiti ai servizi sociali, associazioni e alle reti assistenziali di tutta la Regione”.
“I minori non arriveranno a Bologna, ma dei 30 arrivi 10 saranno ospitati da Irides in provincia, ad esempio a Sasso Marconi”, ha concluso la Cancellieri. E ai sindaci, preoccupati per le finanze dei loro Comuni, l’assessore Burgin ha assicurato che i costi dell’accoglienza saranno anticipati dalla Protezione Civile regionale, dopo il decreto firmato proprio in queste ore dal presidente della Giunta Vasco Errani, e rimborsati dallo Stato.
“In queste ore abbiamo notizie di una nave in arrivo al porto di Livorno – ha concluso Burgin – su cui potrebbero esserci anche i profughi destinati al territorio emiliano romagnolo”. Tutto ancora da decidere, invece, secondo il direttore della Protezione civile regionale Egidi. “E’ in dubbio tutto per ora, perché non abbiamo avuto ancora disposizioni da Roma”. Domani, nel frattempo, ci sarà la cabina di regia in Regione per passare alla parte operativa del piano.