Una galleria monotubo senza il tunnel di soccorso, l’impossibilità per i mezzi gommati del 115 e del 118 di arrivare nel punto di un eventuale incidente, la forte pendenza delle discenderie dei punti di esodo, in alcuni casi lunghe più di un chilometro. Queste ed altre sono le criticità della galleria Vaglia – Bologna, 60 chilometri di tunnel dell’alta velocità che collegano Firenze al capoluogo dell’Emilia Romagna, stando a quanto raccontano i dati e i documenti che l’associazione fiorentina Idra si è fatta carico di raccogliere nel tempo. Girolamo Dall’Olio, che ne è il presidente, parla di una situazione paradossale: “La Tav avrebbe dovuto essere l’emblema della modernità, ma è stata fatta apparentemente senza considerare un fattore essenziale com’è la sicurezza”.
E proprio la questione sicurezza torna all’ordine del giorno in questo weekend di fuoco che sembra lasciare in eredità nuovi dubbi da chiarire. E’ successo, infatti, che quattro Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) vengono a sapere per puro caso a metà settimana che nella notte tra l’8 e il 9 aprile verrà effettuata da Trenitalia e Rfi una simulazione di emergenza ferroviaria in galleria, nella tratta AV Firenze-Bologna, con l’obiettivo di verificare le procedure di soccorso ed evacuazione in caso di incidente o altro inconveniente ferroviario in galleria. Ne vengono a conoscenza per caso, perché non gli arriva nessun invito a partecipare all’esercitazione, nonostante la consultazione preventiva e il coinvolgimento attivo degli Rls siano garantiti dalla legge (D.lgs 81/08) che regola la tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Messi in allerta, i lavoratori per la sicurezza chiedono spiegazioni, e le Ferrovie per iscritto rispondono che l’iniziativa è finalizzata alla raccolta di materiale didattico da utilizzarsi in aula, che non è da intendersi come esercitazione di evacuazione e che saranno presenti operatori cinematografici. Tutto risolto quindi? Per nulla, perché ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza basta dare un’occhiata alle agenzie di stampa, ai giornali online e soprattutto allo stesso sito delle ferrovie, per leggere che “la simulazione che si è tenuta nella notte tra l’8 e il 9 aprile è un’esercitazione di emergenza in galleria e fa parte delle attività previste per mantenere elevati gli standard di sicurezza testando le operazioni di primo intervento”. Test di sicurezza, fanno il coro le agenzie di stampa.
Tredici anni fa, era il 1998, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, l’ingegner Domenico Riccio, faceva presente che il suo comando non era stato consultato al momento della progettazione dei 60 km di tunnel tav tra Vaglia e Bologna, nonostante l’obbligo di legge (la 191 del ’74). E aggiungeva di “nutrire seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso”. In quei sessanta chilometri di galleria è stata scelta la soluzione della “galleria monotubo a doppio binario”, priva cioè di un tunnel parallelo di soccorso, e le finestre intermedie distano tra loro 6-7 km: in questi casi, scriveva già allora il Comando fiorentino, “non è possibile avvicinare i mezzi di soccorso in zone prossime all’incidente”. Mancata consultazione, all’epoca, dei vigili del fuoco, e anche perplessità dichiarate sulle condizioni di sicurezza in galleria.
A ciò si aggiunga che nel 2007 l’Ue aveva imposto, nel caso di gallerie a canna unica come quella in questione (che è un caso anomalo nel contesto europeo e internazionale), uscite di sicurezza ogni chilometro. Il progetto Firenze-Bologna si era salvato grazie alla distanza di 4 km tra i punti di esodo stabilita in un decreto voluto da Lunardi nel 2005 – proprio i familiari dell’ex ministro sono proprietari della ditta che ha progettato la galleria, la Rocksoil. Ma in alcuni casi le distanze tra le finestre di accesso al tunnel di linea superano i 4 km, il che rende a maggior ragione proibitivi i soccorsi. Alla questione principale della galleria monotubo va anche accostata la mancanza di un basamento di cemento che consenta ai tradizionali mezzi gommati del 115 e del 118 di arrivare ai punti di disastro: nel caso della Vaglia-Bologna è necessario il cosiddetto “mezzo bimodale”, veicolo di soccorso che può andare anche su rotaia ma che ha una capienza ridotta (circa 7 persone). Altro punto critico per la fuga e i soccorsi è la forte pendenza delle discenderie dei punti di esodo, che peraltro in alcuni casi arrivano ad essere lunghe più di un chilometro.
Al “test di sicurezza” di questo weekend – o alla “raccolta di materiale didattico” – i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza non hanno potuto partecipare né quindi hanno potuto dare sul campo un parere sulle criticità. Ma dall’associazione fiorentina Idra, che negli anni attraverso i dati ha evidenziato alcune lacune procedurali dell’alta velocità, arriva già una nota di disappunto sul “test di sicurezza” (come definirlo?) dell’8 e 9 aprile, che si è svolto all’interno della più lunga galleria della Firenze-Bologna, la Vaglia (18,5 km), simulando un principio di incendio su un Frecciarossa.
Lì, secondo quanto riferisce Fs, i macchinisti hanno arrestato il treno vicino al più vicino punto di fermata assistita, la linea elettrica è stata disalimentata e i passeggeri figuranti sono stati fatti evacuare. Se per l’evacuazione siano state usate le uscite di sicurezza o meno, nella nota non è specificato, ma parrebeb di no visto che la protezione civile della provincia di Firenze non era stata informata dell’esercitazione. Un treno soccorritore partito da Bologna ha quindi raggiunto il Frecciarossa, lo ha agganciato e condotto fuori dalla galleria.
“Idra teme che non siano presenti garanzie sufficienti circa l’efficienza della viabilità che porta alle finestre di soccorso. L’esercitazione svolta nella notte tra l’8 e il 9 sembra escludere l’ipotesi di utilizzo delle finestre di soccorso, limitandosi al trasbordo in galleria da un treno all’altro”. Viene da chiedersi, lancia l’amo Idra, “quando si siano svolte o si svolgeranno esercitazioni che prevedano, magari d’inverno, la messa alla prova delle uscite di sicurezza ubicate nei luoghi più remoti dell’Appennino”. Anche dagli rls arriva la richiesta di poter verificare sul campo (e non nella migliore delle ipotesi in un filmino) quali siano le condizioni di sicurezza e i punti critici.
Emilia Romagna
Tav, rapporto choc
sulla linea Bologna-Firenze
Il dubbi dell'associazione Idra e le denunce fatte dal comandante dei vigili del fuoco di Firenze nel 1998 fanno emergere un quadro a rischio: troppe pendenze, uscite di sicurezza in galleria distanti tra loro e inadeguate. In caso di incidente ci sarebbero non pochi problemi per i soccorritori
Una galleria monotubo senza il tunnel di soccorso, l’impossibilità per i mezzi gommati del 115 e del 118 di arrivare nel punto di un eventuale incidente, la forte pendenza delle discenderie dei punti di esodo, in alcuni casi lunghe più di un chilometro. Queste ed altre sono le criticità della galleria Vaglia – Bologna, 60 chilometri di tunnel dell’alta velocità che collegano Firenze al capoluogo dell’Emilia Romagna, stando a quanto raccontano i dati e i documenti che l’associazione fiorentina Idra si è fatta carico di raccogliere nel tempo. Girolamo Dall’Olio, che ne è il presidente, parla di una situazione paradossale: “La Tav avrebbe dovuto essere l’emblema della modernità, ma è stata fatta apparentemente senza considerare un fattore essenziale com’è la sicurezza”.
E proprio la questione sicurezza torna all’ordine del giorno in questo weekend di fuoco che sembra lasciare in eredità nuovi dubbi da chiarire. E’ successo, infatti, che quattro Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) vengono a sapere per puro caso a metà settimana che nella notte tra l’8 e il 9 aprile verrà effettuata da Trenitalia e Rfi una simulazione di emergenza ferroviaria in galleria, nella tratta AV Firenze-Bologna, con l’obiettivo di verificare le procedure di soccorso ed evacuazione in caso di incidente o altro inconveniente ferroviario in galleria. Ne vengono a conoscenza per caso, perché non gli arriva nessun invito a partecipare all’esercitazione, nonostante la consultazione preventiva e il coinvolgimento attivo degli Rls siano garantiti dalla legge (D.lgs 81/08) che regola la tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Messi in allerta, i lavoratori per la sicurezza chiedono spiegazioni, e le Ferrovie per iscritto rispondono che l’iniziativa è finalizzata alla raccolta di materiale didattico da utilizzarsi in aula, che non è da intendersi come esercitazione di evacuazione e che saranno presenti operatori cinematografici. Tutto risolto quindi? Per nulla, perché ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza basta dare un’occhiata alle agenzie di stampa, ai giornali online e soprattutto allo stesso sito delle ferrovie, per leggere che “la simulazione che si è tenuta nella notte tra l’8 e il 9 aprile è un’esercitazione di emergenza in galleria e fa parte delle attività previste per mantenere elevati gli standard di sicurezza testando le operazioni di primo intervento”. Test di sicurezza, fanno il coro le agenzie di stampa.
Tredici anni fa, era il 1998, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, l’ingegner Domenico Riccio, faceva presente che il suo comando non era stato consultato al momento della progettazione dei 60 km di tunnel tav tra Vaglia e Bologna, nonostante l’obbligo di legge (la 191 del ’74). E aggiungeva di “nutrire seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso”. In quei sessanta chilometri di galleria è stata scelta la soluzione della “galleria monotubo a doppio binario”, priva cioè di un tunnel parallelo di soccorso, e le finestre intermedie distano tra loro 6-7 km: in questi casi, scriveva già allora il Comando fiorentino, “non è possibile avvicinare i mezzi di soccorso in zone prossime all’incidente”. Mancata consultazione, all’epoca, dei vigili del fuoco, e anche perplessità dichiarate sulle condizioni di sicurezza in galleria.
A ciò si aggiunga che nel 2007 l’Ue aveva imposto, nel caso di gallerie a canna unica come quella in questione (che è un caso anomalo nel contesto europeo e internazionale), uscite di sicurezza ogni chilometro. Il progetto Firenze-Bologna si era salvato grazie alla distanza di 4 km tra i punti di esodo stabilita in un decreto voluto da Lunardi nel 2005 – proprio i familiari dell’ex ministro sono proprietari della ditta che ha progettato la galleria, la Rocksoil. Ma in alcuni casi le distanze tra le finestre di accesso al tunnel di linea superano i 4 km, il che rende a maggior ragione proibitivi i soccorsi. Alla questione principale della galleria monotubo va anche accostata la mancanza di un basamento di cemento che consenta ai tradizionali mezzi gommati del 115 e del 118 di arrivare ai punti di disastro: nel caso della Vaglia-Bologna è necessario il cosiddetto “mezzo bimodale”, veicolo di soccorso che può andare anche su rotaia ma che ha una capienza ridotta (circa 7 persone). Altro punto critico per la fuga e i soccorsi è la forte pendenza delle discenderie dei punti di esodo, che peraltro in alcuni casi arrivano ad essere lunghe più di un chilometro.
Al “test di sicurezza” di questo weekend – o alla “raccolta di materiale didattico” – i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza non hanno potuto partecipare né quindi hanno potuto dare sul campo un parere sulle criticità. Ma dall’associazione fiorentina Idra, che negli anni attraverso i dati ha evidenziato alcune lacune procedurali dell’alta velocità, arriva già una nota di disappunto sul “test di sicurezza” (come definirlo?) dell’8 e 9 aprile, che si è svolto all’interno della più lunga galleria della Firenze-Bologna, la Vaglia (18,5 km), simulando un principio di incendio su un Frecciarossa.
Lì, secondo quanto riferisce Fs, i macchinisti hanno arrestato il treno vicino al più vicino punto di fermata assistita, la linea elettrica è stata disalimentata e i passeggeri figuranti sono stati fatti evacuare. Se per l’evacuazione siano state usate le uscite di sicurezza o meno, nella nota non è specificato, ma parrebeb di no visto che la protezione civile della provincia di Firenze non era stata informata dell’esercitazione. Un treno soccorritore partito da Bologna ha quindi raggiunto il Frecciarossa, lo ha agganciato e condotto fuori dalla galleria.
“Idra teme che non siano presenti garanzie sufficienti circa l’efficienza della viabilità che porta alle finestre di soccorso. L’esercitazione svolta nella notte tra l’8 e il 9 sembra escludere l’ipotesi di utilizzo delle finestre di soccorso, limitandosi al trasbordo in galleria da un treno all’altro”. Viene da chiedersi, lancia l’amo Idra, “quando si siano svolte o si svolgeranno esercitazioni che prevedano, magari d’inverno, la messa alla prova delle uscite di sicurezza ubicate nei luoghi più remoti dell’Appennino”. Anche dagli rls arriva la richiesta di poter verificare sul campo (e non nella migliore delle ipotesi in un filmino) quali siano le condizioni di sicurezza e i punti critici.
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(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa i tre punti. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - Il concerto di Natale alla Camera "Morricone dirige Morricone", registrato questo pomeriggio nell'Aula di Montecitorio, sarà in onda su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, lunedì 23 dicembre alle 15.30. Alla stessa ora sarà trasmesso anche sulla webtv della Camera e sul canale satellitare. Lo rende noto la Camera.
L'evento è introdotto dal Presidente Lorenzo Fontana. Il Maestro Andrea Morricone esegue molte delle celebri composizioni del padre Ennio. Il programma, introdotto dall'Inno italiano, abbraccia i brani più famosi, da "Gli Intoccabili" a "The Mission". A interpretare le musiche sono: l'orchestra Roma Sinfonietta, con la direzione del Maestro Andrea Morricone e il Coro Claudio Casini dell'Università di Roma Tor Vergata diretto dal Maestro Stefano Cucci. La direzione artistica è a cura di Luigi Lanzillotta.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - “Le dimissioni del capo del Dap Giovanni Russo sono il segno evidente del fallimento delle politiche del governo sul carcere a fronte delle tragiche condizioni in cui versano". Lo dice Riccardo Magi.
"Sovraffollamento, suicidi, abusi, condizioni disumane indegne per un Paese europeo. Ed evidentemente sono anche il frutto del fatto che la linea portata avanti dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove non ha favorito una visione e un approccio ai problemi del carcere compatibili con la Costituzione. Nordio riferisca in aula al più presto in aula e spieghi se sulle carceri vuole cambiare rotta o proseguire su questa linea disastrosa”, conclude il segretario di Più Europa.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Le dimissioni di Giovanni Russo dal vertice del Dap sono una conferma del fallimento di una politica carceraria di questo Ministero, di questo Governo". Lo dicono la responsabile Giustizia Pd Debora Serracchiani, il capogruppo dem in Bicamerale Antimafia Walter Verini e i due capigruppo dem delle commissioni Giustizia Senato e Camera Alfredo Bazoli e Federico Gianassi.
"Questi due anni hanno aggravato una situazione difficile, con il dramma dei suicidi dei detenuti, con un sovraffollamento disumano, con condizioni difficilissime anche per il lavoro della Polizia Penitenziaria. E con risposte inesistenti e ciniche da parte di Ministro e Sottosegretari. Anche le condizioni di lavoro del Dap sono state rese certamente più difficili. Chiameremo Nordio a riferire alle Camere sulla gravità ulteriore della situazione", aggiungono.