Innanzitutto per preparare il primo sciopero contro la precarietà e organizzato nella precarietà: come e quando farlo? Bisogna fare uno sciopero precario per dimostrare che se ci fermiamo noi si ferma tutto. Si tratta di prendere coraggio, passare all’attacco e fare male a chi ci precarizza: imprese e finte cooperative, Ministeri ed enti pubblici vari, chi ci obbliga ad aprire una partita Iva per qualsiasi lavoro o ci inganna e sfutta con gli stage gratuiti o quasi.
In specifici workshop si parlerà delle soluzioni pratiche per riprendersi questo diritto fondamentale che non abbiamo più. Perchè di questo si tratta, di smetterla con manifestazioni simboliche di impotenza e immobilismo e dimostrare, con lo sciopero e il sabotaggio dei profitti, che devono ascoltare le nostre proposte per uscire dalla precarietà.
L’avete notato? Nei media e nella politica i precari hanno sempre lo stesso ruolo: raccontare le loro sfighe. Oltre a non parlare mai delle leggi che hanno introdotto la precarietà, di chi le ha scritte e votate e perché, i precari non possono mai parlare dei loro interessi, delle loro esigenze, di cosa vogliono fare per riprendersi i diritti. Invece gli interessi delle persone precarie sono chiari, cosa serve è ovvio: un nuovo welfare, che leghi i diritti alla persona e non al posto di lavoro, maternità, malattie, ferie, pensioni e quant’altro anche per i contratti atipici, un reddito incondizionato come esiste in tutti gli altri paesi europei, una fiscalità che tolga profitti agli speculatrori e li restituisca ai redditi saccheggiati in anni di vampirismo sociale.
Quindi cercasi intelligenze, saperi precari, esperienza e creatività. Gli Stati Generali sono aperti al contributo di tutte e tutti: ci saranno i lavoratori e lavoratrici dei call center, dell’informatica, della comunicazione, dello spettacolo e i redattori precari delle case editrici. Ci saranno i migranti, che vivono una precarietà resa ancora più profonda da un permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro, e si sa quanto sia facile perdere un lavoro oggi. Si parlerà di una visione di genere della precarietà, e di come usare la rete e i media per spingere lo sciopero precario. Un appuntamento da non mancare e che si potrà seguire anche dopo, grazie ai report su Precaria.org, verso lo sciopero precario.
Vignetta di Arnald – Per ingrandire clicca qui