Ad annunciarlo è il primo cittadino del Comune di Modena, Giorgio Pighi, che afferma: “Certo i tempi saranno un po’ lunghi prima di arrivare all’obiettivo, anche perché questo rappresenta un percorso che non va mai intrapreso a ridosso dell’evento luttuoso, ma la decisione è ormai stata presa. Bisogna che sia una strada nuova, ma anche importante”.
Giorgio Pighi, conosceva bene Berselli e ricorda con una punta di nostalgia il giorno in cui “Berselli mi fece – dice il sindaco Pighi – una lunga intervista pubblica, durante la mia prima campagna elettorale. Lo conoscevo bene, così come sua moglie Marzia. Per questo abbiamo deciso di dare vita ad iniziative come quella al Teatro Storchi di Modena”.
Nel teatro modenese, infatti, sono andati in scena due spettacoli dedicati al giornalista: “Beatnix”, un recital che racconta con parole e musica l’America della grande depressione del ‘29, epoca in cui nacquero i poeti della Beat generation Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs, dove Berselli e Shel Shapiro ricordano un giovane ventenne, Bob Dylan, che negli anni Sessanta sale sul palco e strega tutti; il secondo show della serata è stato “Quel gran pezzo dell’Italia”, un atto unico in cui il protagonista, con i tratti dello stesso Berselli, traccia una sorta di autobiografia.
“Abbiamo dovuto lasciare le persone fuori – dice il sindaco – nonostante in contemporanea ci fosse la Filarmonica della Scala al Teatro Comunale e allo stadio la partita Modena-Atalanta. Questo indica che Berselli ha lasciato un vuoto incolmabile”.
“Non posso negare – afferma Marzia Barbieri, la vedova di Berselli – che questo affetto mi faccia piacere, notare la sensibilità da parte delle istituzioni, ma anche da parte di semplici lettori di Edmondo. Ieri il clima non era di tristezza, non c’è stata alcuna retorica, abbiamo fatto una serata berselliana”.
E questa è solo una delle iniziative nate dopo la scomparsa del giornalista e per celebrare l’anniversario dalla sua morte. Di recente, infatti, il libro Mondadori, “Quel gran pezzo dell’Italia”, che raccoglie tutti i suoi libri. E un libro Mulino, “L’Italia nonostante tutto”, con i saggi pubblicati dalla rivista bolognese che ha diretto.
Riguardo l’idea di dare vita ad una via intitolata al compianto marito, invece, Barbieri afferma: “Apprezzo molto l’idea, ma vorrei che si potesse ragionare anche in termini più ampi, pensando a qualcosa di simbolico, capace di valorizzare il patrimonio intellettuale di Edmondo. Lavorare, insomma, su un giacimento culturale, che continui a produrre cultura, sia alta che popolare, per far sì che la produzione intellettuale di Edmondo continui ad essere fonte di elaborazione”.
Per il momento, dunque, sulla pagina Facebook le ovazioni per la decisione del sindaco Pighi sono quasi tangibili. “Ebbene il sindaco di Modena ha detto sì”. “Evviva! Io penso sempre che sarebbe appropriato dedicargli una piazza del centro, per esempio, l’attuale Piazza XX Settembre”. Sono solo alcune delle frasi che si leggono sul web, da parte degli amici che abitano la pagina del social network. Per il momento la collocazione delle strada è ignota, ma che il progetto arrivi a buon fine è praticamente indubbio.
“La pagina è nata praticamente subito dopo la sua scomparsa – dice la vedova Berselli – La cosa curiosa è che, oltre questa pagina così come altre nate e dedicate ad Edmondo, anche la pagina Facebook creata da Edmondo ancora oggi, che lui non c’è più, continua ad essere visitata e commentata da parte dei suoi lettori”.