Due donne sono morte questa mattina a Pantelleria nella ressa durante lo sbarco di 250 profughi da un vecchio peschereccio. E la Lega, all’indomani dell’exploit dell’ex ministro Roberto Castelli, torna a invocare l’uso delle armi per respingere i barconi come suggerisce l’europarlamentare del Carroccio Francesco Speroni.
Secondo quanto ricostruito finora dalle capitanerie di porto, l’imbarcazione era stata intercettata a largo dalla nave ‘Minerva’ della Marina militare, che l’ha scortata per un tratto. Durante la notte però, le due imbarcazioni sono state affiancate da una motovedetta tunisina che, dopo aver controllato la situazione, è tornata indietro. Successivamente la nave della Marina ha lasciato l’imbarcazione dei profughi provenienti dalla Libia, che navigava regolarmente, alla motovedetta della Capitaneria di porto, che ha proseguito la scorta al peschereccio fino a Pantelleria.
L’incidente è avvenuto all’alba, proprio nei pressi del porto: il pilota dell’imbarcazione potrebbe aver confuso le luci della caletta con quelle del porto – un errore, sottolineano dalle capitanerie, che fanno spesso anche alcunidiportisti – ed è così finito sulla spiaggia. A quel punto diversi migranti sono finiti in acqua. I corpi delle due donne sono stati trovati in un punto in cui l’acqua era profonda non più di un metro. Non è però ancora del tutto chiaro e saranno le indagini successive a definirlo, se le due donne sono morte nello sbarco oppure se i cadaveri si trovavano a bordo e sono finiti in mare quando la barca è finita sulla spiaggia.
Il sindaco di Pantelleria, Alberto Di Marzo ha reso noto tramite l’Agenzia radiofonica Grt che ”oltre alle due donne morte, c’è una terza persona che le motovedette non sono riuscite a recuperare”. Il maltempo ha reso difficili le ricerche, che proseguiranno domani. “Ci sono anche 6 bambini e una donna incinta ricoverati in ospedale. Nessuno di loro è in pericolo di vita” ha aggiunto Di Marzo. Individuato e fermato invece lo scafista che era alla guida del barcone naufragato. La Procura di Marsala ha intanto deciso di aprire un’inchiesta per le ipotesi di reato di omicidio colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Speroni (Lega): “Spariamo come loro fanno con noi”. Il giorno dopo la polemica scatenata dalla frase di Roberto Castelli al programma radiofonico ‘Un giorno da pecora’ (Guarda il video) – “Non possiamo sparare agli immigrati, almeno per ora” -, a dare manforte al viceministro leghista arriva un altro compagno di partito, l’eurodeputato Francesco Speroni. “Molto spesso quando i nostri pescherecci, disarmati, si avvicinano alle coste della Tunisia vengono mitragliati. Usiamo lo stesso metodo”, ha detto dai microfoni di ’24 Mattino’ su Radio 24, evocando l’uso delle armi per il contrasto all’immigrazione clandestina. “Non sbagliano i tunisini. Se uno invade le acque territoriali di un Paese sovrano – ha osservato Speroni – è lecito usare le armi, questo è diritto internazionale. L’ha fatto anche Zapatero, se viene violata la sovranità di un Paese è lecito usare le armi, poi se è opportuno o meno lo decide il governo”. All’obiezione che sui barconi potrebbero esserci potenziali profughi Speroni ribatte così: “Non ce l’hanno certo scritto in fronte se sono profughi, ma non c’è una situazione in Tunisia che giustifichi l’arrivo di profughi. Se venissero da Malta o dal Canada lei direbbe che sono profughi?”. “Scusate – aggiunge – in Libia l’Europa non sta usando le armi? Le armi o si possono usare o no. Noi siamo invasi, c’è gente che viene in Italia senza permesso, violando tutte le regole. A questo punto vanno usati tutti i mezzi per respingerli, eventualmente anche le armi”. “Noi in Libano, in Afghanistan stiamo usando le armi, perché non dobbiamo usarle per difendere i nostri confini? Si parla tanto dei 150 dell’Unità, qui si tratta di difendere i sacri confini della Patria, come qualcuno ancora dice”, ha detto ancora dice Speroni che suggerisce: “Per esempio, si può fare un blocco navale, cosa abbiamo a fare la Marina militare se non è capace di fermare un’invasione?”.
L’esponente leghista chiama anche in causa il Terzo Reich: “Hitler – ha detto infatti – ha sbagliato tutto: se fosse vissuto nei giorni nostri avrebbe mandato dei tedeschi coi barconi a invadere il mondo e nessuno avrebbe potuto fermarli perché ‘beh, ci sono le ragioni umanitarie'”.
Maroni: “I nostri documenti di viaggio validi per Schengen”. Mentre il suo partito rilascia dichiarazioni choc, il ministro dell’Interno Roberto Maroni è impegnato a gestire la polemica sui permessi temporanei rilasciati dall’Italia ai tunisini arrivati prima del 5 aprile. “Stiamo accelerando la stampa dei documenti con fotografie e impronte digitali”, ha detto Maroni. Le contromisure e i controlli annunciate da alcuni Paesi europei – come Francia e Belgio – non impensieriscono il ministro. “Che questi Paesi mostrino i muscoli dimostra proprio che i tunisini possono circolare nel territorio dell’Unione Europea. Se non li vogliono far entrare, devono sospendere Schengen…”, insiste. La conferma alla validità dei permessi viene anche dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha aggiunto: “La Lega ha dato una grande disponibilità ad un’accoglienza congrua ai migranti, naturalmente il principio è che tutti quelli che arrivano bisognerà rimandarli indietro”. E a proposito del trattato firmato con la Tunisia, il ministro Maroni ha rassicurato: “La parte relativa ai rimpatri sta funzionando”. Maggiore attenzione è invece necessaria sui controlli delle coste, per prevenire altre partenze. “Sui profughi, poi, abbiamo raggiunto un accordo con le regioni”, ha concluso Maroni, “Stabilendo che vi sarà un’equa distribuzione tra tutte le regioni, tranne per l’Abruzzo, in proporzione agli abitanti”. Ma se Francia e Belgio tentano di respingere i migranti arrivati in Italia, oggi il premier della Romania Traian Basescu ha telefonato al presidente Berlusconi per proporre un “gesto di simbolica ma concreta solidarietà verso il Paese”: ospitare 200 cittadini tunisini.