Conflitto d'interessi degli esperti dell'Ema. Il Parlamento europeo denuncia intrallazzi tra consulenti e industrie farmaceutiche e nega l'ok al bilancio 2009. E poi ancora gare di appalti poco chiare e assunzioni di personale non trasparenti
Nel corso dell’esame del bilancio 2009 dell’Ema (in gergo la procedura di “discarico”), la commissione parlamentare, presieduta da Luigi de Magistris, ha rilevato “rischi potenziali relativi all’indipendenza degli esperti e del personale coinvolti nella valutazione dei medicinali, che potrebbero avere conseguenze negative per la reputazione dell’Agenzia se la valutazione dei prodotti dovesse essere messa ufficialmente in discussione”. Certo la “reputazione dell’agenzia” diventa l’ultima delle preoccupazioni, visto che si allude indirettamente alla possibilità che qualche farmaco sia stato approvato ed immesso nel mercato Ue truccando i dovuti controlli. Nel mirino, ad esempio, l’approvazione del Benfluorex, il farmaco per il trattamento dell’obesità grave. Infatti tutti i prodotti medicinali per uso umano e animale derivanti dalle biotecnologie e da altri processi tecnologici di avanguardia devono essere approvati mediante una procedura centralizzata coordinata dall’agenzia Ue.
Insomma una bella responsabilità visto che l’Ema, con sede a Londra, ha come compito principale la tutela e la promozione della sanità pubblica tramite la valutazione e il controllo dei medicinali per uso umano e veterinario. Per questo la commissione parlamentare invita l’Agenzia a “valutare l’indipendenza degli esperti prima che questi partecipino a qualsiasi valutazione di medicinali per uso umano” e la esorta a “rispettare scrupolosamente il codice di condotta definendo principi e orientamenti sull’indipendenza e la riservatezza applicabili ai membri del consiglio di amministrazione e dei comitati, agli esperti e al personale dell’Agenzia”.
Di fronte al rischio che qualche farmaco nocivo sia finito sul mercato Ue, i presunti guai nella “gestione delle procedure di aggiudicazione degli appalti” e i dubbi “criteri utilizzati per l’assunzione del personale” diventano delle bazzecole. Tuttavia all’Ema è stato chiesto di “potenziare il servizio di audit interno” e di “rafforzare il processo di assunzione” assicurando “che le mansioni delicate non siano assegnate a personale temporaneo”. Secondo la Corte dei Conti europea, infatti, in due appalti del valore di 5.300.000 e 4.000.000 di euro “non è stata bandita una formale gara d’appalto, non sono state preparate anticipatamente le specifiche tecniche dettagliate, non è stato nominato un comitato di valutazione e non è stata redatta una relazione di valutazione”.
Dopo la pesante bocciatura della commissione parlamentare, a pronunciarsi sarà l’intero Parlamento europeo in plenaria, che dovrà decidere se concedere o no l’ok definitivo al bilancio dell’agenzia. I pronostici sono contro, mentre la “reputazione dell’agenzia” resta davvero l’ultima delle preoccupazioni.