Tornano a volare le lucciole a Rimini? Dopo lo stop ai sindaci-sceriffo della Corte Costituzionale, che giudica illegittimo l’ampliamento dei poteri su incolumità pubblica e sicurezza nei centri urbani ma che viene giudicata dal ministro dell’Interno Roberto Maroni “un errore”, anche in riviera ci si prepara al dietrofront. Anche se qui gli sceriffi giocano d’astuzia per mantenere la stella.
Il primo cittadino di Ravenna, Fabrizio Matteucci, in corsa sulla sella Pd per il bis alle prossime amministrative ma meglio noto per il copyright “anti-sballo” sulle spiagge, sa già come mettere mano alle carte ma ufficialmente fa la voce grossa: “Se saranno necessari ritocchi formali, li faremo, ma confermeremo le ordinanze”, promette Matteucci comunque orgoglioso di aver licenziato a partire dalla primavera del 2008 “diverse ordinanze per fissare regole e assicurare un po’ più d’ordine” nel capoluogo bizantino.
A Rimini invece il collega Alberto Ravaioli, sfodera una contromossa alla scudo crociato. In città la sentenza della Corte Costituzionale si abbatte, in particolare, sulla recente ordinanza anti-prostituzione. Varata a febbraio, declassa da 1.000 a 400 euro la sanzione a prostituta e cliente, ma con un piccolo particolare: nel caso di recidiva scatta la denuncia penale.
La “legge” riminese, però, all’inizio del 2011 fa parlare di sé in tutto il Paese per un altro spauracchio, ormai l’unico in grado di far rigare dritto molti italiani: il controllo fiscale. Il sindaco di Rimini finisce sui giornali nazionali perché annuncia che, grazie ad un super accordo con la Questura, l’Agenzia delle Entrate si mette in moto per una verifica fiscale su single, mariti e fidanzati che di notte si radunano sulle vie del sesso a pagamento. Tra “utilizzatori” e meretrici, sono state una trentina le sanzioni attivate finora grazie al protocollo Ravaioli. Ma ora? Della Consulta il questore non parla, il comandante della Polizia municipale sussurra che “al momento è evidentemente congelata l’applicazione dell’ordinanza”.
Da parte sua Ravaioli supera il suo ufficiale numero uno e dal cilindro estrae la chiave: l’ordinanza, in buona sostanza, va precarizzata. Ricordando che la Consulta con la sentenza 115-2011 ha decretato solo la “parziale illegittimità” della norma specifica del testo unico degli enti locali, il sindaco di Rimini dice che, in attesa di “provvedimenti di carattere nazionale” in materia, i contenuti del testo anti-lucciole vengono adeguati “ai vigenti parametri normativi e recepiti all’interno di un nuovo provvedimento di carattere contingibile e urgente”.
L’ex ordinanza a 360 gradi, insomma, diventa in un batter d’occhio “temporale” e “territoriale”. Continua Ravaioli: “La nuova ordinanza conterrà limiti temporali e territoriali di applicazione per consentire agli addetti alla tutela della sicurezza urbana di continuare ad incidere efficacemente sulle situazioni di maggiore criticità”. Le nuove aree di azione per lo ‘sceriffo’ riminese devono essere individuate, come sempre, “di concerto con le altre istituzioni deputate alla sicurezza urbana e all’incolumità pubblica”. I preparativi stanno entrando nel vivo, la Ravaioli-bis entrerà in vigore da maggio a settembre. Dove? Nei crocevia storici del traffico a luci rosse: Rimini sud (area Marano), Marina centro e, forse, la mitica Statale 16. Le lucciole avranno pure le ali tarpate, ma per ora continuano a volare.
Carlo Kovacs