Se nel suo programma elettorale un leader politico dichiarasse di voler fermare la deriva dei continenti, voi lo votereste? Probabilmente no, se avete anche solo una vaga idea di come funzioni la tettonica a zolle. I continenti sono sospinti da forze incredibilmente potenti e persistenti, messe in moto dagli stessi processi magmatici che, originando il campo magnetico, mantengono vivo il nostro pianeta. Si tratta di forze ineluttabili come il destino. Nessuno può arrestarle.
I grandi flussi migratori somigliano alla tettonica a zolle: moltitudini di uomini, donne e bambini schiacciati dalla pressione della povertà. Una povertà senza speranza, che gli si avvinghia addosso fino a strizzarli come una morsa attorno a un tubetto di dentifricio. Puoi anche tenere il tappino avvitato, ma dopo un po’ il tubetto esplode e ti ritrovi col dentifricio spalmato dappertutto.
Ad azionare quella morsa contribuiscono cause naturali, come i cambiamenti climatici, e cause meno naturali, come l’assetto socio-economico internazionale. Lo stesso che ci consente, qui in Occidente, una vita relativamente agiata e tranquilla. È sgradevole da immaginare ma, in un certo senso, quella morsa la stiamo azionando anche noi.
In ogni caso non andrò a parare sul patetico. Non intendo far leva né sul senso di colpa né sulle più elementari forme di compassione umana. Quello che farò è raccontarvi la storia di Shih Huang Ti, l’imperatore cinese che ordinò la costruzione della Grande muraglia.
Dopo aver unificato i sei regni che componevano la Cina antica e avviato una serie di riforme economiche e sociali, Shih Huang Ti ordinò la costruzione di un muro tutt’intorno all’impero, per difenderlo dalle invasioni barbariche. Noi tiriamo su muri intorno a una villa. Lui lo fece attorno alla Cina. Allo stesso tempo, però, stabilì che venissero bruciati tutti i libri mai scritti. Un comportamento quantomeno discutibile visto che, in questo modo, finì per distruggere la stessa cultura che con la muraglia intendeva difendere.
Molti storiografi antichi se lo spiegano con la pazzia. Altri, più moderni, liquidano tutto come una fantasiosa leggenda. Chissà.
Comunque sia, quella d’un governante che inizia con l’erigere muri difensivi e finisce col bruciare libri è una storia interessante. Sembra volerci dire che le due azioni, segretamente, si somigliano: sono forse la stessa azione oppure azioni diverse innescate dalla medesima forza. Come il campo magnetico terrestre e la deriva dei continenti. Come il nostro benessere e la povertà di popoli interi. Attiviamo la morsa, la morsa stringe, il dentifricio esce.
E se alzare barriere è come distruggere libri, magari non alzarle, ma aprirsi, è un po’ come fondare biblioteche. Che poi, come dice Marguerite Yourcenar, non sono altro che “granai contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire“.
Foto di Ofol – clicca qui per ingrandire