Il destino delle imprese balneari romagnole, nella partita sulle concessioni demaniali, è fermo a palazzo Madama. “Una mozione unica verrà votata all’unanimità al Senato, nel corso della prossima settimana”. A dirlo è il presidente di Confcommercio imprese per l’Italia della provincia di Rimini Alduino Di Angelo. La proposta dovrebbe scaturire da un accordo trasversale tra Pdl, Pd, Udc e Idv. I 4 partiti ritengono di poter proporre un testo unico, viste le posizioni assai vicine che emergono dalle mozioni presentate singolarmente.
“Si tratta di un passaggio politico fondamentale – commenta Riccardo Borgo, presidente nazionale del sindacato degli operatori balneari della Confcommercio – in quanto dimostra che i senatori hanno preso atto dell’importanza delle imprese balneari italiane nell’impulso alla crescita economica del nostro Paese”. L’obiettivo primario che inseguono le associazioni di categoria è “far rimanere le concessioni in capo agli attuali gestori, che rappresentano la forza dell’impresa familiare del territorio”, come sostiene Mirco Pari, direttore di Confesercenti Rimini. Altri due punti nodali sono l’uscita dalla procedura d’infrazione, avviata dalla commissione europea contro l’Italia, per la violazione della norma comunitaria in materia di concessioni di servizi (la direttiva Bolkestein) e l’istituzione del progetto dei distretti turistico-balneari. L’intento di ridefinire il demanio marittimo, attraverso la creazione dei distretti piace al ministro dell’economia Giulio Tremonti che, nel corso della presentazione del piano nazionale delle riforme, l’ha proposta come una delle possibili vie per risolvere la spinosa questione delle concessioni.
Sembra ormai tramontata la linea, caldeggiata da Oasi Confartigianato, che voleva un’intesa tra governo e regioni per scrivere una legge quadro. Ora la questione delle concessioni demaniali turistico-ricreative si dibatte a Roma e il ministro per i rapporti con le regioni Raffaele Fitto si è assunto l’impegno di sottoporre al consiglio dei ministri la loro proroga oltre il 2015 e la possibile deroga dalla direttiva servizi. Quest’ultima è la linea che indica anche la riminese deputata del Pd Elisa Marchioni: “Bisogna riconoscere la specificità della situazione delle spiagge italiane che è diversa da quella degli altri Paesi europei. Una deroga interverrebbe a salvaguardare gli imprenditori balneari e i loro investimenti. Dopo il 2015 –continua Marchioni- le concessioni dovrebbero essere messe a bando. Nel lasso di tempo che ci separa da questa scadenza è molto difficile che gli imprenditori riescano a remunerare gli investimenti fatti”.
Una linea più dura, nel solco delle picconate all’Europa alle quali la Lega ci ha abituati, è quella dell’onorevole Gianluca Pini, vice presidente della commissione politiche dell’Unione europea. Il Carroccio pensa che la soluzione sia direttamente uscire dalla Bolkestein. Il deputato, già a dicembre 2010 aveva dichiarato che “il problema nasce da un’errata interpretazione alla fonte da parte di Prodi, che maldestramente inserì le concessioni demaniali nei servizi, anziché nei beni disponibili dello Stato”. Mirco Pari, di Confesercenti, non esclude la strategia della Lega: “È evidente che uscendo dalla Bolkestein verrebbe superato tutto il problema della proroga delle concessioni oltre il 2015. Ora il punto è capire se la cosa è possibile dal punto di vista del diritto comunitario”. Più cauta è Marchioni che risponde a Pini sostenendo che “occorre mediare: uscire dalla direttiva dei servizi significa andare frontalmente contro l’Europa e non è certo questo il momento migliore” e prosegue -d’accordo con l’assessore regionale al turismo Maurizio Melucci: “Se si chiede di estendere la proroga delle concessioni al 2030, come ha proposto Pini, il rischio è di non chiudere l’infrazione con l’Unione europea, aprendo tra l’altro la possibilità a ricorsi sulla scadenza del 2015″.
A favore della deroga è anche la Cna balneatori che spera di poter ottenere una norma transitoria che proroghi la scadenza delle licenze. Pronto a tutto per salvare la spiaggia riminese, ma allo stesso tempo sfiduciato sembra Giorgio Mussoni, presidente del sindacato operatori balneari Oasi Confartigianato: “Se vogliamo manifestare a Bruxelles, fare una battaglia nei confronti della Bolkestein e della Comunità europea io ci sto, ma dubito possa sortire l’effetto desiderato”. Ora sembra essere tutto fermo per Mussoni che conclude: “Finché non saranno passate le elezioni non si saprà probabilmente niente. Mi auguro che, per quella data, si torni a proposte di buon senso”.