Le testimonianze di due giovani piemontesi, 18 e 19 anni, svelano altri retroscena sulle notti ad Arcore. E in principal modo sul ruolo di Emilio Fede, direttore del Tg4 indagato per favoreggiamento e induzione della prostituzione di ragazze nell’inchiesta milanese “Rubygate”. “Mamma mia, che belle. Bisogna portare quel bignè”, così si esprime Fede al telefono con Lele Mora sulle due ragazze, Ambra Battilana e Chiara Danese, appena provinate per un ruolo da meteorine su Rete4. Le due ragazze diranno ai magistrati poi di essere rimaste scioccate dopo una serata passata a Villa San Martino l’ultima estate. Le due racconteranno con dovizia di particolari che durante una cena a casa del premier, le ragazze venivano invitate anche a ‘maneggiare’ una statuetta raffigurante Priapo, personaggio mitologico dal pene sproporzionato. Fede, in proposito, dichiara: “Nessuna statuetta di Priapo: non l’ho mai vista e comunque non sarebbe reato. Nessuna promessa di diventare meteorina. Nessun palpeggiamento: non ho mai toccato nessuno in vita mia. Ma vi pare possibile? Per questo ho querelato per calunnia quelle due ragazze”. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto alla senatrice Diana De Feo (Pdl), moglie del giornalista, un commento alla vicenda.
Video di David Perluigi
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Ruby, la signora Fede e i “bignè” del marito
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