Dalle colonne del 'Corriere della Sera', la proposta di un nuovo governo "per rasserenare il Paese". E intanto preparare un'alternativa all'attuale maggioranza. Consensi da Fli e Pd, Casini non commenta. Gelida la risposta del Pdl
Più una santa alleanza destra-sinistra, “uniti sulle regole del gioco, il rispetto degli avversari e la difesa delle forme”. Quello che manca negli ultimi tempi. Ma pur sempre “distinti sui programmi per governare la società”. Un patto a tempo determinato, dunque, è quello che propone la strana coppia. E pronta è arrivata la risposta del leader di Fli, terzo interlocutore naturale dei due. “Ho letto l’articolo di Pisanu e Veltroni e lo trovo condivisibile dalla prima all’ultima parola”, Gianfranco Fini mette così il suo suggello di cera lacca. “E’ una proposta molto interessante, condivisibile e intelligente”, e il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, infiocchetta il tutto. Aggiungendo un passaggio: aspettare le elezioni amministrative, in cui è attesa “una nuova tendenza che dovrebbe invitare tutta la politica a sedersi attorno a un tavolo”. Una paziente attesa del “si salvi chi può” da parte della maggioranza, insomma.
Apertura verso “proposte non ‘contro’ qualcuno ma ‘per’ l’Italia”, sottolineano Pisanu e Veltroni. Un “periodo di rasserenamento del Paese” che non è però “tornare a formule pur meritorie del passato”. I governi affatto bipolari da Prima Repubblica, di cui pure Pisanu ha memoria da ex esponente della Dc. L’idea non è quella di rovesciare Silvio Berlusconi con la forza delle votazioni in Parlamento – piano che peraltro non ha mai funzionato – ma di avere pronta un’alternativa. Un nome che non riduca le elezioni anticipate “in uno scontro frontale dagli esiti imprevedibili e tra schieramenti costruiti più sulla contrapposizione che sulla proposta”. Una figura da rodare in un governo con un “ampio ed esauriente confronto parlamentare”, per riformare la legge elettorale. E poi ognuno per sé.
Ma all’entusiasmo di Fli, ha corrisposto una non proprio in tema risposta del segretario del Pd. “Tutte le soluzioni che comportano un passo indietro di Berlusconi e una fase di transizione, sono le benvenute”, ha dichiarato Pierluigi Bersani, “Ma nel frattempo non dimentichiamoci di combattere, perché Berlusconi non sembra avere intenzione di fare un passo indietro”. Ecco, ancora una volta una voce di contrapposizione. E dire che Pisanu e Veltroni l’hanno scritto più volte nel loro testo: bisogna essere ‘per’, non ‘contro’. Almeno per ora. Meno bellicoso e più scafato, è arrivato il commento del vicesegretario del Pd, Enrico Letta “Un contributo utile e costruttivo, la cui valenza politica, indicativa dello stato di scollamento in cui versa la compagine che sostiene il governo, è amplificata dal fatto che la lettera sia stata firmata da un autorevole esponente della maggioranza”. Pisanu non sarà dotato di lunghi coltelli, ma ha pur sempre il seguito di un gruppetto di senatori Pdl che potrebbe fare la differenza. Non abbastanza, però, per arrivare alle orecchie di Nichi Vendola, che ha definito un eventuale governo di ‘decantazione’ una “manifestazione di bon ton”. Il leader di Sel dall’orecchio del compromesso non ci sente. Veltroni e Pisanu? “Due persone stimabili, ma non so bene di cosa stiano parlando”.
Dalla maggioranza non si scompongono. E continuano a incipriarsi il naso per nascondere il pallore. “Una maggioranza c’è e sta funzionando”, fanno sapere dal Pdl. “Ho una visione bipolare della politica, ritengo che formule che vedono insieme forze diverse con obiettivi diversi non sia utile al paese”, è la gelida risposta di Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato. “Abbiamo forse un nuovo partito? Veltroni si stacca dalla sinistra e Pisanu se ne va dal centrodestra?”, si chiede Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati della maggioranza. Che non deve aver sentito Bersani & co. Nemmeno il ministro della Lega, Roberto Calderoli regala emozioni forti. “E’ una proposta da zombie, da morti viventi, da decotti” è stato il suo unico commento. Figurativo, ma meno colorito del solito.
All’appello manca ancora il gruppo di Pierferdinando Casini e gli attori non protagonisti. Quel centro che forse sta studiando bene il piano, per non venirne travolto. Il tempo sembra esserci tutto, perché la bufera che poteva scoppiare oggi, soprattutto da parte della maggioranza nei confronti del loro, all’orizzonte non s’è vista. Niente cerbottane né veleno contro Pisanu, che apparentemente avrebbe quindi sparigliato meno di Fini. O forse no.