Per chi legge questo giornale non è una novità il fatto che mister B. sia un bugiardo in servizio permanente effettivo. E in fondo lo è anche per molti di coloro che lo sostengono e lo votano, i quali accettano le sue menzogne senza nemmeno porsi il dilemma se crederle o meno: esse fanno parte del pacchetto, prendere o lasciare.

Tuttavia, e forse proprio perché questa consapevolezza è stata metabolizzata, si prova ancora un sano stupore quando un osservatore non italiano rimarca questa propensione a dire il falso che caratterizza il premier. Mi è capitato oggi leggendo l’intervista rilasciata oggi al Fatto Quotidiano da Miguel Mora, corrispondente in Italia del quotidiano spagnolo El País.

Mora era fra i giornalisti presenti alla cena di mercoledì sera fra B. e la stampa estera. E a Caterina Perniconi, che gli chiedeva di valutare la smentita fatta dal premier a proposito dell’intenzione di candidarsi al Quirinale, egli ha risposto: “Ha detto ‘nessuna, nessuna, nessuna intenzione’ ripetendolo 3 volte. Il segno chiarissimo che pensa il contrario”. Nel caso di B., tre negazioni affermano. E una smentita è soltanto una verità che cambia maschera.

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