“Siamo liberi? Dove è la stazione?”. E’ stata la prima domanda posta dai 102 migranti tunisini arrivati questa mattina a Bologna e che saranno ospitati nelle strutture messe a disposizione da tutte le province dell’Emilia Romagna. I due autobus, partiti dal centro di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, hanno raggiunto la sede della Protezione civile in via Agucchi. Ad aspettarli c’erano gli operatori della protezione civile regionale e i mediatori culturali che hanno allestito dei gazebo per dividere i migranti in base alla destinazione scelta.
“Ognuno ha avuto la possibilità di scegliere dove andare – ha affermato Ferruccio Melloni, responsabile della Protezione Civile – rispettando comunque i posti disponibili nelle varie strutture”. I migranti in arrivo stamattina sarebbero dovuti essere 92, ma sono giunti a Bologna in 102. “Dieci più del previsto – ha continuato Melloni – a cui abbiamo subito trovato un alloggio”.
Dopo essere stati accolti con cibo e acqua ai migranti, tutti tunisini, è stato dato un kit comprendente uno zaino, dei medicinali, scarpe, vestiti e qualche euro. “L’accoglienza è stata un capolavoro – ha spiegato Melloni – non ci sono state grosse difficoltà ed i migranti sono stati trasferiti nelle altre città con i mezzi della Protezione Civile, cinque alla volta”. Arrivati nelle strutture di accoglienza i profughi saranno sottoposti a visita medica, “e poi sarete”, sottolinea una mediatrice culturale rivolgendosi ad un gruppo di ragazzi diretti a Ferrara, “completamente liberi”.
“La preoccupazione dei migranti – continua – era di essere rinchiusi in un nuovo centro, e la cosa più difficile è stata fargli capire che nelle strutture in cui verranno accolti non saranno dei reclusi”. A Bologna hanno trovato ospitalità 16 tunisini. Cinque a Villa Pallavicini, sei al dormitorio Beltrame e cinque nella parrocchia alla Dozza di Don Nicolini. A Ferrara, invece, sono stati 12 i migranti ospitati dall’Associazione di volontariato S. Francesco. “Non abbiamo più utilizzato il centro allestito come punto di raccolta iniziale – ha spiegato il presidente della provincia di Ferrara Marcella Zappaterra – visto il numero esiguo di ospiti, ma lo attiveremo in caso di arrivi più consistenti”. “Tutti i migranti – ha spiegato Melloni – saranno ospitati dignitosamente. Anche se alcune strutture, come quella di Piacenza gestita dall’Azienda Sperimentale Tadini, saranno sicuramente migliori di altre”.
La retta giornaliera per l’accoglienza dei migranti, che la Protezione civile regionale ha anticipato aspettando il rimborso del governo è di 40-45 euro al giorno per ogni persona. “Oltre a queste spese, però, bisogna aggiungere anche stipendi, e costi accessori come la preparazione dei mezzi, il carburante e l’allestimento delle strutture di accoglienza”.
Dei tunisini arrivati a Bologna molti vogliono restare in Italia. Marwin, ventiseienne commerciante di elettronica, arriva da Sfax. “Sono in Italia dal 26 marzo e voglio rimanerci perché qui ho la mia famiglia ed i miei amici”. “Molti sono voluti andare a Modena – ha spiegato una mediatrice culturale – perché lì è molto forte la comunità tunisina”. Tra questi c’è Idi, l’unico dei 102 migranti arrivati questa mattina che ha rifiutato di andare in una struttura per ricongiungersi con suo fratello, già in Italia da un anno. L’arrivo di altri 82 migranti è invece previsto per lunedì, quando al centro di via Agucchi dovrebbero giungere altri due autobus da Santa Maria Capua Vetere. “Spero non ci facciano brutte sorprese anticipando l’arrivo a domenica – ha dichiarato Melloni – ma in ogni caso noi siamo pronti”.