Sgombriamo il campo da possibili malintesi. O astuzie. Io non ho mai chiesto ne chiederò alcuna candidatura. Scrivo per raccontare tre casi emblematici di come in Italia il costume politico abbia rovesciato i valori; anche a sinistra.
Giusi La Ganga è un politico craxiano che negli anni ’90 ha patteggiato 20 mesi e 500 milioni di lire di multa confessando grosse tangenti per finanziamenti illeciti ai partiti. Oggi è dirigente del Pd e ora lo candidano alle elezioni comunali.
Giancarlo Quagliotti, dirigente del Pci riuscì a farsi coinvolgere nello scandalo tangenti sia nell’83 che nel ’93 quando fu condannato per le tangenti che la Fiat pagava al Pds. Oggi è “coordinatore politico” della campagna elettorale di Fassino.
Io, da vicepresidente Amiat, feci risparmiare 4,2 milioni alla città bloccando un acquisto inutile. Per superare questa mia contrarietà, mi fu offerta dal presidente Amiat una tangente da 50mila euro che poi crebbe fino a 125mila. Ho denunciato e aiutato gli inquirenti. Dopo gli arresti siamo al processo e già alla prima condanna. Il comune di Torino (gestito dal Pd), nonostante un impegno solenne, non si è costituito parte civile e non mi ha aiutato con le ingenti spese legali. Al processo debbo sentire gli avvocati della difesa dire che io sono stato “sguinzagliato dalla Procura”. Oggi io ho perso il lavoro mentre i dirigenti che volevano quel macchinario sono ancora al loro posto (a continuare ad occuparsi di appalti) oppure sono stati promossi (a direttore generale).
Sono convinto che La Ganga abbia pagato il proprio debito con la giustizia, il problema non è lui ma quello che il Pd torinese vuole comunicare. E’un messaggio forte e chiaro: l’onesta non è un valore, è un intralcio. La corruzione, il falso, lo sperpero di denaro pubblico non sono cosa grave, anzi sono prove di affidabilità politica.
Comunque, al di fuori della casta siamo in molti: a partire dalla vicenda di corruzione che mi è capitata è nato un movimento di moltissime persone, I Signori Rossi, che vogliono promuovere la cultura etica. Corretti e non corrotti.