Il direttore del Tg4 risponde: "Ha bisogno di uno psichiatra. O forse aspetta un bonus dalla Procura". Nella memoria difensiva della consigliera regionale si citano intercettazioni e verbali per tirarsi fuori dalle accuse
E’ giallo sul contenuto della memoria difensiva di Nicole Minetti, consegnata oggi dal legale della consigliera regionale, Daria Pesce, ai pm che indagano sul ‘caso Ruby‘. Nel pomeriggio si sono rincorse le voci di un’accusa della Minetti nei confronti di Emilio Fede e Lele Mora, con lei co-indagati per induzione e favoreggiamento della prostituzione di 32 ragazze e prostituzione minorile. Sarebbero stati loro a portare le ragazze alle feste del premier Silvio Berlusconi. Ma la Minetti smentisce: “Non accuso né Fede né Mora”, spiega, e il suo avvocato sottolinea che nella decina di pagine del documento, “non si è fatto alcun cenno alle ragazze che, stando all’accusa, avrebbero frequentato Arcore. Fatti che sono tutti da provare”. Di certo c’è che la memoria difensiva della Minetti punta tutta a scagionarsi dal secondo reato contestato: l’induzione e il favoreggiamento della prostituzione minorile. Sull’eventuale reclutamento di maggiorenni, “abbiamo già risposto nel corso dell’interrogatorio in Procura”, spiega l’avvocato Pesce.
Dalle indiscrezioni, pare che nel documento si citino alcuni atti impugnati dall’accusa. Come ad esempio il verbale del 3 agosto scorso in cui Ruby racconta ai pm di essere stata portata ad Arcore da Emilio Fede. O ancora, nella memoria si accoglie la data con cui l’accusa fissa l’inizio del reato, cioè l’entrata in scena di Karima El Mahroug: il 7 settembre 2009, quando la ragazza partecipa a un concorso di bellezza a Taormina dove tra i giurati siede il direttore del Tg4. Sarebbero questi riferimenti ad aver fatto infuriare Fede, che ha commentato: “Avrebbero bisogno dell’assistenza di uno psichiatra”, riferendosi alla consigliera e al suo avvocato. “Forse la Minetti è in attesta di qualche bonus della Procura, non so, perché non credo che si facciano autogol in questa fase”, ha aggiunto, “Lei e il suo legale hanno sposato la tesi dell’accusa. A che fine? Io non ho portato Ruby né indicato alcuna delle ragazze che hanno partecipato alle cene di Arcore. Lei ha continuato ad andare alle feste di Lele Mora anche dopo l’avvio dell’inchiesta”, morde Fede di rimando. Che a sua volta la scarica su Lele Mora. Il direttore del Tg4 non smentisce di aver conosciuto la ragazza a Taormina. E nemmeno di averla rivista una sera nella residenza del premier. Ma aggiunge: “So che, arrivata a Milano, è stata presentata ad un impresario, che ancora non è stato interrogato. L’impresario, non convinto, l’ha mandata da Lele Mora e attraverso Lele Mora è arrivata ad Arcore”. Dal canto suo l’impresario dei vip rivolge a Fede una battuta: “La Pesce di solito butta l’amo e oggi lui ha abboccato”. Sulla Minetti, Mora aggiunge di averla vista solo qualche volta e di non avere nemmeno il suo numero di cellulare. Già che c’era, commenta brevemente anche su Ambra e Chiara, le due nuove testimoni del ‘bunga bunga’: “Arcore l’hanno visto solo in tv”, dice, “Loro non sono mai state nella residenza del presidente del Consiglio”.
Nicole Minetti però nella sua memoria difensiva penserebbe per sé, pur citando atti e intercettazioni in cui compaiono gli altri indagati. Nella decina di pagine del documento, la consigliera regionale racconterebbe di aver conosciuto Ruby per la prima volta il 14 febbraio dello scorso anno, il giorno di San Valentino, durante una cena ad Arcore. Anche in futuro, non sarebbe mai stata lei a portarla a villa San Martino. Per l’ex igienista dentale del premier, tutti i contatti telefonici tra lei e Karima El Mahroug – all’epoca minorenne – sarebbero avvenuti dopo la notte tra il 27 e 28 maggio dello scorso anno, quando Nicole Minetti si presentò alla questura di Milano per farsi affidare la giovane marocchina, fermata per furto. Affidamento durato però pochi minuti, giusto il tempo di consegnare la ragazza a Michelle Conceicao.