Con “Open data” o “Dati aperti” si fa riferimento ad una filosofia e ad un pratica che prevede che i dati, tipicamente quelli delle amministrazioni pubbliche, siano accessibili a chiunque facilmente e senza limitazioni. Queste informazioni possono inoltre essere rielaborate liberamente da chiunque: aziende, cittadini, giornalisti.
Un esempio è quello del “Visitor Access Records” negli Stati Uniti, un sistema che registra e pubblica tutte le visite alla Casa Bianca e le rende consultabili attraverso una pagina web e un’applicazione per smartphone. Qualunque cittadino può consultare il database online, venendo a conoscere la classifica dei visitatori più assidui della Casa bianca e per ciascuna visita data e ora di accesso. Un collegamento rimanda poi al profilo del visitatore per permettere di ricostruire i motivi della visita.
Installando sul proprio telefono la relativa applicazione è possibile sapere ad esempio che il secondo personaggio più assiduo dopo il presidente e la first lady non è il vice-presidente Biden ma il cerimoniere della Casa Bianca, ma soprattutto è possibile indagare quali sono le lobby più attive e in quale momento si muovono. Il Visitor Access Records è stato voluto da presidente Barack Obama all’inizio del suo mandato per applicare a se stesso la filosofia della trasparenza completa.
A livello Italiano il caso di monitoraggio delle istituzioni di maggior longevità è quello di Openpolis che da anni permette di seguire le attività dei nostri parlamentari. Come e quando votano, come e quanto sono assenti, quali leggi o interrogazioni presenta ciascuno degli eletti.
Un altro caso è quello dei contratti e delle collaborazioni della Camera e del Senato. I dati sono stati liberati in seguito ad una iniziativa dei deputati e dei senatori radicali. L’Associazione Linked Open Data li ha rielaborati. Ora, direttamente da questo articolo de ilfattoquotidiano.it potete navigare i dati, indagando i settori in cui vengono impiegati più soldi, o le aziende che ricevono più appalti.
L’insieme dei dati contiene informazioni fondamentali per scoprire inefficienze, corruzioni, truffe. Il costo degli affitti dei palazzi di proprietà dell’azienda Milano 90 Srl ad esempio, ha già fatto scoppiare più di uno scandalo e ha permesso di ottenere i primi risultati: la Camera dei Deputati ha annunciato che alcuni dei contratti bersagliati da TV e stampa perche’ troppo onerosi non saranno rinnovati.
Se l’Italia resta comunque indietro nel consentire ai cittadini libero accesso ai dati, domani i maggiori esponenti di questo movimento avranno l’occasione per fare irruzione nelle nostre istituzioni, durante la giornata “La Politica della Trasparenza e dei Dati Aperti” organizzata dall’Associazione Agorà Digitale, l’Associazione Linked Open Data, Radicali Italiani e Radio Radicale.
Sarà un momento d’incontro per l’intera filiera della “trasparenza”. A partire dai casi di maggiore successo internazionale. Ci sarà Jonathan Gray, della Open Knowledge foundation, che proprio martedì presenterà la versione italiana del portale internazionale openspending.org che effettua il monitoraggio globale della spesa pubblica. Ci sarà Simon Rogers, che per il quotidiano inglese Guardian da anni cura la sezione di data journalism, e ha realizzato progetti come il monitoraggio delle spese dei singoli parlamentari (mps-expenses.guardian.co.uk) e dei tagli del governo: http://www.guardian.co.uk/news/datablog+society/public-sector-cuts. Direttamente dagli Usa interverrà anche Ben Brandzel, che ha diretto “Organizing for America” durante la mobilitazione di oltre 20 milioni di persone a favore della riforma sanitaria.
Il mondo della politica sarà rappresentato da Emma Bonino, vice presidente del Senato, dal Sen. Stradiotto del Partito democratico, da Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani e dalla deputata radicale Rita Bernardini che da anni portano avanti la battaglia per i dati aperti.
A verificare la possibilità di una strada italiana per il “data journalism” interverranno Sergio Rizzo del Corriere della Sera e Guido Romeo di Wired.
Interverranno anche Enrico Giovannini, Presidente Istat, Francesco Pizzetti, Presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali e Antonio Martone, Presidente della Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche.
Oltre alle già citate Agorà Digitale, Associazione Linked Open Data, l’americana Open Knowledge Foundation, Openpolis, ci saranno poi l’Associazione italiana per l’Open Government, il Centro Nexa del Politecnico di Torino, il Consorzio Top-Ix , la rete di Spaghetti Open Data e Transparency International .
E’ possibile registrarsi al convegno alla pagina http://www.agoradigitale.org/eventodatiaperti.