L’agenzia ribadisce come “l’economia Usa sia flessibile e molto diversificata, con politiche monetarie che hanno sostenuto la crescita del Pil contenendo le pressioni inflazionistiche, oltre al fatto che la persistente preferenza a livello globale del dollaro rispetto a tutte le altre valute dà al paese una liquidità esterna senza pari”.
Tuttavia la revisione dell’outlook a lungo termine, si legge ancora, è motivata con il fatto che “rispetto ad altri paesi con rating AAA, deficit di bilancio molto grandi e un crescente livello di indebitamento, il percorso per correggerli non è ancora chiaro”. Indicando la scadenza del 2013, S&P sottolinea come “se un accordo e una sua significativa attuazione non saranno iniziati per allora, il profilo fiscale degli Stati Uniti diventerà notevolmente più debole di quello di altri paesi AAA”. S&P ricorda come nel 2009 il deficit pubblico Usa sia balzato all’11 per cento del Pil: ma soprattutto, aggiunge l’analista Nikola Swann “a più di due anni dall’inizio dell’ultima crisi, i politici Usa non hanno ancora trovato un accordo su come invertire il percorso del peggioramento dei conti pubblici o su come porre rimedio alle pressioni di lungo termine sul bilancio”.
Dopo le comunicazioni dell’agenzia di rating, Wall Street ha registrato forti perdite. Il Dow Jones scende dell’1,57%, lo Standard and Poor’s 500 cede l’1,45% e il Nasdaq perde l’1,73%.