E’ finita come nelle previsioni. Gianni Lettieri, candidato del centrodestra alla guida della città di Napoli aveva promesso: “Etica pubblica e legalità sono al centro della nostra campagna elettorale. Chiederò ad ogni lista che mi sostiene la nomina di un garante per assicurare candidati autorevoli e specchiati. Alla fine di questo percorso sarò io il responsabile per tutti”. Ma un minuto dopo la presentazione delle liste spunta la prima presenza ‘inammissibile’. Si tratta di Achille De Simone, capolista di Alleanza di centro, il partito di Francesco Pionati, che sostiene Lettieri sindaco.
De Simone viene arrestato, con l’accusa di violenza privata, nel novembre 2009 in una retata dei carabinieri contro il clan Sarno, formazione camorristica che ha il suo feudo militare a Ponticelli, nell’hinterland napoletano. Un clan falcidiato dalle dichiarazioni dei pentiti come quelle di Vincenzo Sarno. De Simone avrebbe accompagnato nel luglio 2009 il nipote, che voleva aprire una sezione antiracket, al cospetto di Patrizia Ippolito, detta a’ patana, moglie dell’allora boss Vincenzo Sarno. La moglie del boss avrebbe dato il suo assenso ad una sola condizione: la rivelazione dei nomi degli imprenditori che si sarebbero rivolti allo sportello, che poi non fu più aperto.
“In pratica – scrivono i magistrati – si chiedeva a Giovanni (il nipote, ndr) di diventare la ‘quinta colonna’ dei Sarno, un’anticamorra che diventa camorra”. De Simone esce dal carcere nel marzo 2010 per decorrenza dei termini. Era stato eletto nel 2006 come consigliere comunale a Napoli, da indipendente con il Pdci (poi migrato in Forza Italia e nel gruppo misto), contemporaneamente era assessore a Cercola in una giunta di centro-destra.
E arriviamo ad oggi. De Simone ci riprova. Appena dopo la presentazione delle liste, ieri sera, si è proclamato innocente: “Sono sotto processo ma le accuse contro di me sono infamie e falsità. I giudici accerteranno la mia innocenza, e in seguito avvierò una causa civile di risarcimento danni contro chi mi ha calunniato in modo vergognoso”. Lettieri però, a tarda sera lo scarica: “La presenza di De Simone, rinviato a giudizio per gravi reati, nella lista dell’Adc di Pionati è inammissibile. Ho chiesto a Francesco Pionati, garante della lista, di imporre a De Simone l’immediata rinuncia alla competizione”. E aggiunge: “Se questo non dovesse accadere, riterrei l’Adc fuori dalla mia coalizione elettorale. Se i suoi voti dovessero risultare determinanti per la mia elezione, non esiterei un momento a dimettermi da sindaco. La mia battaglia per la moralità pubblica e la legalità è e sarà assoluta nei riguardi di tutti”.
Una scena già vista. Alle regionali del 2010, Stefano Caldoro, futuro governatore del centrodestra, predicò intransigenza nelle candidature. Poi scoprì che in una lista in suo sostegno c’era Roberto Conte, girovago tra i partiti (dai Verdi al Pd prima di passare nel centro-destra) e con una condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi per concorso esterno in associazione camorristica. Roberto Conte, che continua a proclamarsi innocente, da poco ha terminato il periodo di sospensione e potrebbe tornare in consiglio regionale. Conte appoggia una formazione che sostiene Gianni Lettieri ‘Lista insieme per Napoli’, animata da quattro consiglieri comunali passati nell’ultimo periodo di consiliatura da sinistra a destra in vista delle amministrative.
Anche nel centrosinistra, del resto, non mancano le polemiche dopo la presentazione delle liste. Nelle municipalità lo scontro che si consuma per il consiglio comunale tra Pd e Idv si annulla, infatti i candidati presidente sono gli stessi, tranne in un caso. Luigi De Magistris, candidato a sindaco per Idv e Federazione della sinistra, non nasconde la sua amarezza: “Ho preferito che tutto ciò che ha riguardato la designazione delle candidature alle presidenze delle dieci municipalità di Napoli fosse gestito dai partiti che mi sostengono. L’unica direttiva che mi sono permesso di dare è stata quella della discontinuità etico-politica soprattutto nelle aree più afflitte dalla mala-amministrazione come Ponticelli, Bagnoli o Chiaiano. Vedendo i risultati, purtroppo non posso che nutrire una certa amarezza, perché le candidature di discontinuità riguardano solo alcune municipalità”.