Un giro di denaro incontrollabile che passava solo attraverso i prestanome. Nell'ordinanza i particolari inquietanti sul metodo usato da alcuni uomini della 'ndrangheta per infiltrarsi in Emilia Romagna. "Gli avvocati e i commercialisti che curavano i loro affari sapevano benissimo che le acquisizioni erano fatte da prestanome", spiega il gip nell'ordinanza di custodia cautelare. E poi il boss delle operazioni che sconta gli arresti domiciliari in una suite al prestigioso Hotel Baglioni
È quanto emerge dall’ordinanza datata 24 marzo 2011 firmata dal gip Alberto Gamberini su richiesta del pubblico ministero della procura di Bologna Enrico Cieri. L’operazione è la “Golden Jail” condotta a inizio aprile dalla squadra mobile del capoluogo emiliano. Operazione che ha portato a provvedimenti per 25 persone (12 delle quali finite in carcere) per il il reato di interposizione fittizia per l’acquisto di beni.
Prestanome, in termini più semplici, che si intestavano roba la cui proprietà – hanno ricostruito gli investigatori – era di Ventrici e Barbieri, il vero perno di un crescente impero il cui scopo era soprattutto far convergere qui il denaro generato dagli affari “sporchi”, narcotraffico in primis, per trasformarlo in iniziative imprenditoriali del tutto legali. E il tutto era coadiuvato da un pool di consulenti emiliani, soprattutto commercialisti, avvocati e geometri, che – hanno accertato gli inquirenti – erano perfettamente consapevoli di chi fossero i loro committenti.
Tra le attività commerciali intestate a personaggi fittizzi, oltre a un bar del centro storico di Bologna, c’è un’immobiliare, la Futur Program di Mari Vicente & C. Snc, che ha sede a San Lazzaro di Savena in via Emilia 3/A. Inoltre, nel giro messo in piedi, c’è una Srl, la V.M. Trans, società catanzarese che si occupa di autotrasporti mentre, per quanto riguarda la logistica, c’è un’altra azienda calabrese, la Union Frigo Trasport Logistic Srl. E anche un’altra società a responsabilità limitate, proprietaria del King Hotel di Granarolo dell’Emilia, acquistato da Barbieri per 3 milioni e 650 mila euro.
Tra gli immobili privati, invece, va annoverata una villetta unifamiliare da 720 milioni di euro che si trova in via Pier Paolo Pasolini 4 a San Marino di Bentivoglio (Bologna) riconducibile a Ventrici così come di un’altra in via di costruzione a Castagnolo Minore di Bentivoglio (via Ilaria Alpi 26) e dell’appezzamento di terreno circostante. La proprietà di entrambe sarebbe stata favorita da Vicente Mari, lo stesso dell’agenzia di San Lazzaro, in realtà proprietà di Barbieri.
Questo allo stato attuale delle risultanze investigative. Ma l’estensione dei progetti di colonizzazione dell’economia legale prevedeva, in base soprattutto alle intercettazioni effettuate tra l’autunno 2009 e il 2010, l’acquisto di un immobile di Bologna che si trova in via di Casaglia 65/20. Una transazione da 2 milioni di euro a cui andavano aggiunti i 2 milioni e 300 mila euro da versare per una villa con piscina a Marzabotto, in località Piccolo Paradiso.
Assicurazioni, fornitori e polizia municipale: i nodi da sistemare. Per l’acquisto della villa di San Marino di Bentivoglio, è stata intercettata una conversazione tra Francesco Ventrici e Vicente Mari a proposito di una polizza assicurativa che, con un mutuo concesso dal Banco San Geminiano e Prospero, doveva completare l’operazione.
Dice Ventrici: “Io… Io quello che ti dico… Ti dico solo due parole. Io sono una persona che… Non voglio essere rapinato… Eh… Sì, come dici tu. Dobbiamo stare zitti perché ci ha dato il mutuo. Ma il mutuo… Non è che ci ha rapinato la banca. Il mutuo… si deve pagare l’assicurazione. Ma si deve pagare la realtà”.
Sempre a questo proposito, i malavitosi, nel trattare gli aspetti finanziari, pretendono di piegare gli importi ai loro desiderata. Per esempio, Mari afferma ancora che “la polizza dovrebbe costare 52 mila e 328 euro però adesso vengo lì che lo facciamo insieme così ti convinci”.
E quando una banca, il Banco Emiliano Romagnolo, chiede il rientro immediato delle rate non pagate, due calabresi, Michele Marturano e sua moglie, Concetta Anna Santacroce (entrambi arrestati), contattano un loro complice perché, evitando il telefono, recapiti un telegramma dell’istituto di credito a Ventrici: “Ti dico che stamattina… alle 11 e mezza è arrivato un telegramma pesissimo […] dove dice che ci sono queste rate insolute e che loro chiedono di… in un giorno di fare un assegno circolare e di estinguere tutto il mutuo… Allora io ho chiamato per chiedere così come si poteva procedere… Allora [i funzionari della banca, ndr] han detto che loro hanno affidato quella pratica a quel legale… Solamente dice che sta raccogliendo soldi di mutuo quindi procede con la vendita della casa all’asta [incomprensibile] recupero crediti…”
Altre difficoltà nelle operazioni immobiliari riguardano le aziende che eseguono i lavori, alcune delle quali cessano l’attività. Ecco la conversazione tra un geometra, Roberto Merighi, e Marturano, lo stesso del telegramma della banca:
Merighi: “Eh, mi ha telefonato Saverio ma pare che… sia tutto abbastanza tranquillo perché… gli han detto che stiamo cambiando l’impresa, che stiamo facendo tutto quello che dobbiam fare quindi… Adesso vediamo che cosa dicono adesso… Tu… sai anche te che cosa devi dire… che… visto che hai chiuso l’impresa c’eravam fermati e stiamo aspettando di cambiare eh… l’impresa e di cambiare tutto…”
Marturano: “Perché tu pensi che ven… Vengono a parlare con me o no?”
Merighi: “Allora, il proprietario sei te […]. Quindi se vengono a palare che gli dici così… anche perché poi è vero, non è che […] non ci sono mica delle cose diverse… quindi… Per fortuna che han trova… han trovato solo Saverio là che stava pulendo un po’ con la scopa…”
Nel frattempo ci si mette di mezzo la polizia municipale che effettua dei controlli nei cantieri aperti e che identifica le persone che ci stanno lavorando e che non possono dimostrare alcun rapporto di lavoro regolare con l’azienda che esegue i lavori, la Edil Marturano. Questo fatto crea allarme e viene contattato un commercialista amico di Mari per cercare una soluzione. Ma la proposta non deve piacere a Ventrici perché, in una telefonata con Mari afferma di non voler più avere niente a che fare con lui soprattutto perché – ribadisce – non devono esserci contatti telefonici diretti con Ventrici. Le regole degli affari son cosa che non si apprende subito.
I progetti di espansione: altre dieci agenzie immobiliari. Per quanto riguarda le agenzie immobiliari, i progetti erano quelli di espandersi in altri Comuni dell’hinterland e nella periferia bolognese. Dopo l’acquisto l’8 luglio 2010 della Futur Program di San Lazzaro per 16 mila euro, l’obiettivo è quello di acquisirne due a Casalecchio di Reno e in via Andrea Costa. Questo il contenuto di una conversazione di Mari: “Abbiamo deciso di prenderle, le prendiamo e ci dà una mano lui [Francesco Ventrici, chiamato altrove Franco, ndr]. Quindi non c’è problema, tu fagli gli assegni e non di preo… Dormi stanotte”.
E a proposito del ruolo di Ventrici, Mari dice ancora: “È una cosa che è nata adesso. Non è che è nata ieri […]. Franco ha detto che io compro le due agenzie, le volete fare? Io la voglio fare ti dico […]. Non ho il tempo di stare a spiegare se… mh… se per farti del bene devi reagire così io trovo un’altra soluzione […]. Stanno aprendo via Andrea Costa e… Casalecchio per settembre; […] ti sto dicendo questo, se ti fa piacere gli dai gli assegni sennò eh […]”.
Ma questi problemi non sembrano deprimere i novelli imprenditori edili. Se c’è chi dimostra entusiasmo (su Mari si dice: “Ormai è diventato un agente immobiliare lo hai notato?… È qua nell’ufficio tutti i giorni! Gli piace fare l’agente immobiliare. Mo’ vuole vedere case per farle… Ha cambiato lavoro ormai […], è contento”), sempre quest’ultimo dice a sua moglie: “Qua c’è un progetto di aprire dieci agenzie immobiliari. Ci sono 600 mila euro da investire che non caccio fuori io… […] Prima di partire bisogna riunirsi diecimila volte… con tante persone perché non si può fare da soli… Quando tutti sono d’accordo si parte!”