Lo fa sapere l’ufficio di presidenza dell’Ato con un comunicato, in cui si annuncia di aver rinviato la decisione a fine giungo, quando sarà preso un accordo con Hera, in modo da assicurare adeguati investimenti sul territorio. Allo stesso tempo, secondo quanto comunicato da Ato, “dovrà concretizzarsi in una nuova convenzione, da sottoscrivere con Hera attraverso un percorso di confronto con tutte le componenti sociali”.
Sull’argomento è intervenuta oggi anche la provincia di Bologna, per mezzo delle parole della presidente Beatrice Draghetti, che ha ribadito la necessità di potenziare le strutture per l’acqua pubblica. “Il nostro territorio – ha commentato la presidente Draghetti – ha bisogno di investimenti significativi, la qualità dei corpi idrici e della falde richiede un impegno straordinario alla cui realizzazione siamo impegnati con grande determinazione”.
Rimane comunque l’aumento medio delle tariffe del 3,4 %, già previsto dall’attuale Convenzione, ma che sarà formalizzato solo il prossimo 28 aprile.
L’annuncio della sospensione dei rincari arriva in un momento in cui il tema dell’acqua pubblica domina l’agenda politica Con l’avvicinamento del referendum previsto per il 12 e il 13 giugno, il comitato per l’acqua bene comune aveva lanciato qualche settimana fa un appello, “Voterò due sì per l’acqua bene Comune”, rivolto a tutti i candidati sindaco e aspiranti consiglieri comunali.
Ai futuri amministratori si chiedeva di riconoscere l’acqua bene comune e diritto inalienabile che appartiene alla collettività, perché l’acqua è “un bene condiviso equamente da tutti; l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come servizio pubblico”. Nella richiesta di un impegno chiaro perché l’acqua venga tutelata come “bene non commerciale” e affinché sia lasciata fuori da manovre e speculazioni economiche, non poteva mancare un riferimento a Hera e alla richiesta della multiutility di un aumento delle tariffe, oggi messo però in stand by dall’assemblea di Ato.