Hanno fermato (temporaneamente) il nucleare per paura del voto sul legittimo impedimento. E ci hanno provato anche con l’acqua. Un esponente del governo (del quale non farò mai il nome) mi ha confidato in camera caritatis che un analogo emendamento al decreto Omnibus è stato presentato anche per bloccare il referendum sull’acqua, ma è stato respinto dal Quirinale per estraneità di materia. Hanno tentato di svuotare di contenuto anche i referendum contro la privatizzazione dell’acqua. Una tattica per depotenziare il referendum sul legittimo impedimento.
Berlusconi ed il suo governo hanno dimostrato ancora una volta di utilizzare gli istituti democratici a proprio uso e consumo. Il dietrofront sul nucleare, quindi, non ci lascia tranquilli, perché ci riproveranno appena passata la tornata amministrativa e quando l’impatto della tragedia di Fukushima sull’opinione pubblica si sarà affievolito. Per questo non ci fidiamo di questo governo. Vorremmo poter gioire oggi. Vorremmo poter dire che l’incubo nucleare, dopo la decisione assunta ieri dal Governo, si è allontanato per sempre dall’Italia. Ma non è così e parliamo con cognizione di causa. Nel testo che il Governo ha inviato al Senato si legge, infatti, che la decisione assunta di abrogare il nucleare non è “al fine di uscire dal nucleare”, ma che “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sulla bontà del nucleare si procede nel frattempo alla sua abrogazione”.
Se prima era solo timore, ora siamo alla certezza di essere di fronte ad un governo di avventurieri che fino all’altro ieri cavalcava il nucleare come la panacea di tutti i mali della politica energetica dell’Italia e oggi, alla chetichella, fa un clamoroso passo indietro. Veramente singolare che un governo, che assume una decisione di dimensioni epocali e che smentisce completamente tutta la sua politica pregressa, decida di passare dalla scelta del nucleare come energia strategica per il futuro del nostro paese all’abbandono di quella strategia, e adottare quella delle rinnovabili perché altre non ce ne sono. E per informare i cittadini di una decisione tanto epocale non fa una conferenza stampa, non comunica al Paese questa scelta che cambia la politica energetica del governo, ma infila lì un emendamento e lascia che siano le altre forze politiche a commentare.Per un governo che fa della comunicazione la cartina di tornasole della sua intera azione politica c’è di che preoccuparsi per chi ritiene che il nucleare sia un incubo per il futuro del nostro paese.
Quindi, il sospetto che si tratti soltanto di un inganno fatto da politici irresponsabili. E a questo punto tornano alla mente le parole della Prestigiacomo, che in un retroscena dice: “Abbandoniamo in fretta e furia per un po’ il nucleare perché altrimenti perdiamo le amministrative” e al primo giorno della campagna elettorale delle amministrative il nucleare scompare, salvo approfondimenti e verifiche di carattere scientifico. Noi chiediamo con forza, e lo faremo anche con dei subemendamenti, che o c’è una presa di posizione chiara da parte del governo, che dice che l’uscita dell’Italia da ogni progetto nucleare è una rinuncia per sempre, totale e definitiva, oppure dovrà essere davvero chiaro per tutti, al di là di Ruby o non Ruby, che c’è un governo che sistematicamente utilizza l’azione legislativa all’unico fine di perseguire interessi privati ed ingannare il consenso degli italiani acquisendo un consenso sulla base della mistificazione della realtà.
Per questo noi oggi non possiamo gioire. Vorremmo tanto poterlo fare ma siamo consapevoli di chi ci sta davanti. Solo la verifica parlamentare ci dirà se ci troviamo di fronte all’uscita dal nucleare o alla truffa del secolo.