“Scrivano direttamente che la Repubblica italiana è fondata su Scilipoti”. L’estrema sintesi della giornata politica appartiene al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Stamani mentre il Pdl proponeva di modificare l’articolo 1 della Costituzione, con un testo che cancella il passaggio fondamentale per cui “la sovranità appartiene al popolo”, i Responsabili di Scilipoti bussavano a Palazzo Grazioli minacciando il premier: o ci dai i posti nel governo entro Pasqua o non sosteniamo più la maggioranza. “Abbiamo impedito il golpe bianco”, si è avventurato il capogruppo Luciano Sardelli. “Berlusconi saprà come valorizzarci”, ha candidamente ammesso.
A forza di bussare le porte si sono aperte. Nel pomeriggio Sardelli ha preso parte al vertice convocato dal premier con lo stato maggiore del Pdl. Ordine del giorno: giustizia, amministrative e completamento della squadra di governo con i posti da assegnare proprio al gruppo dei Responsabili. Il “rimpastino” di cui parla Berlusconi, che deve onorare l’accordo: prima il processo breve poi l’ingresso nell’esecutivo.
Gli uomini di Domenico Scilipoti e Silvano Moffa, in pratica, passano all’incasso. Ritenendolo legittimo: “Siamo stufi di passare per quelli che mirano alle poltrone, il ribaltone è fallito grazie a noi”. E l’atteso riconoscimento è arrivato: “La seconda tranche del rimpasto si farà in un consiglio dei Ministri la prossima settimana, dopo le feste di Pasqua e prima del voto amministrativo”, ha annunciato il coordinatore del Pdl e ministro della Difesa, Ignazio la Russa, lasciando il vertice di Palazzo Grazioli.
Accantonato il capitolo Responsabili, nuovi problemi per il Governo sono arrivati dal deputato Pdl Remigio Ceroni che ha presentato una proposta di legge per modificare l’articolo 1 della Costituzione. Il testo proposto ha scatenato una tale polemica che ha spinto i vertici del partito a prenderne le distanze. “E’ una sua proposta personale”, ha detto il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Ma il testo è stato presentato a Montecitorio. L’atto, che ha il numero 4292, stabilirebbe di fatto una gerarchia tra i poteri dello Stato. Recita: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale”. Il testo si intitola “Modifica dell’articolo 1 della Costituzione, concernente la centralità del Parlamento nel sistema istituzionale della Repubblica”. Centralità, si sottolinea nella relazione che lo accompagna, che non hanno né il governo, né la Consulta, e neanche il presidente della Repubblica.
“Non è un mistero – si legge nella relazione – che, oggi in Italia, i poteri del Parlamento e del Governo sono debolissimi e sono tenuti sotto scacco dalla Magistratura e dalla Corte Costituzionale e cioè da organi privi totalmente di rappresentanza politica, i quali, tuttavia, con un’interpretazione sempre più espansiva delle norme costituzionali ma in violazione dei principi ispiratori della Costituzione stessa, si arrogano compiti ed attribuzioni che non spettano loro”. Eppure, dice Ceroni, “l’Italia è una Repubblica democratica parlamentare perché la sovranità popolare non viene esercitata direttamente dal popolo sovrano ma dal Parlamento cui il popolo attribuisce la rappresentanza politica mediante il procedimento elettorale. Il nostro è un sistema parlamentare che postula la dipendenza politica del Governo dal Parlamento”, dal che deriva la centralità di quest’ultimo. “Nè il presidente della Repubblica, infatti, né il Governo, né la Corte Costituzionale, né la magistratura sono titolari della rappresentanza politica quale espressione della volontà del popolo sovrano, perché tali organi non vengono eletti dal popolo. Solo il Parlamento è organo elettivo statale di vertice”.