“Io voterei Lassini anche in nome di Enzo Tortora perché la battaglia è la stessa, quella della giustizia”, ha detto Santanchè. Mentre Castelli ha attaccato il segretario dell’Anm: “Le parole di Cascini sono peggio dei manifesti di Roberto Lassini a Milano sulle br ma Napolitano ha taciuto”. Immediata la reazione di Leoluca Orlando dell’Idv: “Santanchè istiga all’odio contro i magistrati: il suo è un atteggiamento eversivo, si dimetta immediatamente”.
Il primo attacco è arrivato da Daniela Santanchè. “”La Moratti ha sbagliato” a impuntarsi affinché Lassini ritirasse la sua candidatura. “E’ sbagliato fare i diktat, fare i ricatti. Anche io non ho bisogno di fare il sottosegretario, cosa vuol dire? Lo faccio per passione. Bella responsabilità dire una frase del genere, allora cosa vuol dire, che se ne sarebbe fregata altamente e avrebbe consegnato questa città alla sinistra? Bell’esempio!”. E ancora: “Sui giornali c’è scritto che ha detto ‘o me o Lassini’, ma Berlusconi ha un interesse che va un attimino più in là della Moratti“. Poi sul candidato al centro della polemica: “Lassini lo voterei perché sono contro l’ingiustizia, perché sono stufa di questi magistrati, pubblici ministeri, procure. Secondo me prenderà tantissime preferenze percéè sono molte le persone incavolate con le procure: le procure hanno fatto cadere gli ultimi cinque governi”, ha concluso Santanchè.
E’ toccato poi a Roberto Castelli intervenire in trasmissione. “Come mai il Presidente della Repubblica lì non è intervenuto? Cascini aveva offeso il Parlamento – ha proseguito – e Napolitano è per Costituzione il capo dei magistrati”. Castelli fa riferimento a un’intervista rilasciata dal segretario dell’Anm nel 2008 (guarda video). “In quell’occasione secondo me – ha proseguito Castelli – qualche parola poteva anche spenderla. Cascini ha un livello di responsabilità enormemente superiore: da una parte c’è un cittadino casualmente candidato che ha scritto una boiata, e dall’altra parte c’è un rappresentante della classe dei magistrati. Il livello di responsabilità mi sembra ben diversa. Il cittadino, tra l’altro, va di fronte a un tribunale inappellabile che è quello degli elettori, e invece quel magistrato lì non va davanti a nessuno”, ha detto. “La cosa che mi colpisce di quei manifesti – ha concluso Castelli a Radio 24 – è comunque questa: chissà come mai tutti, leggendo i manifesti di Lassini, hanno pensato subito ai pm e non, chessò, a qualche funzionario fiancheggiatore. Chissà come mai i pm, eh”.