Cronaca

Genova, truffa dei leasing <br> Raggirati anche Cassano e Recoba

Scoperto il meccanismo che ha permesso di raggirare decine di persone. Gang specializzate rivendevano a personaggi famosi auto di lusso, yacht e jet privati, tutti acquistati con leasing che venivano onorati solo per la prima rata. L'allarme degli investigatori: "Solo l'anno scorso, 1400 casi". E spunta l'ombra della criminalità organizzata

L'ex calciatore della Sampdoria Antonio Cassano

Non solo a Roma i vip finiscono nei guai. Dopo la “truffa dei Parioli” nella Capitale, va in scena la “truffa dei leasing” a Genova. Gli ultimi in ordine di tempo a finire nella rete, sono stati il calciatore Antonio Cassano, milanista di adozione, ma sampdoriano nel cuore (sua moglie e neo mamma Carolina Marcialis è genovese doc, ndr) e l’ex fantasista dell’Inter Alvaro Recoba. Entrambi si sono visti sequestrare le due fuoriserie che credevano di aver regolarmente pagato attraverso un leasing. A scoprire il raggiro il commissariato di Genova Nervi dopo un anno di indagini.

Cassano e Recoba, come racconta il quotidiano genovese Il Secolo XIX, hanno acquistato tramite leasing due autovetture di grande prestigio entrambe sequestrate perché non pagate dai concessionari: una Mercedes ML per Cassano – acquistata a Roma – e una Ferrari Testarossa per Recoba, presa da un commercialista lombardo.

I mezzi sono stati pagati regolarmente dai due calciatori, ma non dal loro rivenditore d’auto, che aveva sottoscritto i prestiti senza poi onorarli. Per questo nei mesi scorsi le due autovetture sono state sequestrate rispettivamente dalla polizia stradale di Genova e da quella di Como. Anche i due calciatori sono anche stati iscritti nel registro degli indagati, ma solo come atto d’ufficio. Imputati del reato di appropriazione indebita, la loro posizione è stata archiviata dalle rispettive procure.

Le indagini, durante oltre un anno, hanno permesso di scoprire il meccanismo attraverso cui le gang specializzate riuscivano a rivendere a personaggi famosi non solo auto di lusso, ma anche yacht e jet privati, tutti acquistati con leasing che non venivano onorati, se non per la prima rata. I truffatori, dietro ai quali si nasconde spesso la criminalità organizzata, costituivano società inesistenti per prendere in leasing alcuni mezzi. Dopo la prima rata, smettono di pagare e i veicoli spariscono, portati all’estero o, come in questo caso, rivenduti a proprietari ignari del debito non pagato.

Questo tipo di truffa rappresenta un fenomeno dilagante. Solo l’anno scorso, al commissariato di Genova Nervi, sono stati raccolti 180 casi che hanno portato alla denuncia di oltre 200 persone per appropriazione indebita. A fornire il dato più impressionante è la San Giorgio Servizi, agenzia leader nel recupero beni che ha sede nel capoluogo ligure: nel 2010 sono stati segnalati 1400 casi pari a quattro segnalazioni al giorno. Le truffe riguardano settori tra loro diversi. Ci sono bande specializzate nel lusso che prendono di mira yacht e fuoriserie, mezzi che spariscono in Africa o Est Europa. C’è poi il ‘giro’ dei macchinari da lavoro come tir e gru che vengono sequestrati quasi giornalmente, andando a confondersi con gli effetti della crisi economica. Un giro d’affari da capogiro, stimato intorno ai 60 milioni di euro.

Il reato contestato solitamente è l’appropriazione indebita, ma gli inquirenti pensano a qualcosa di più complesso. La domanda ruota intorno ai controlli che sarebbero necessari prima di concedere un leasing e che invece non vengono eseguiti. Perché? Gli investigatori guardano alle truffe del passato che, come in questo ultimo caso, vedono coinvolti professionisti e insospettabili: commercialisti, titolari di studi di consulenze e concessionari di tutta Italia che hanno raggirato decine di persone.