Le elezioni? “Con Tremonti si perdono”. Parola del ministro dei beni culturali, Giancarlo Galan, affidate al quotidiano di casa Berlusconi, Il Giornale. Un attacco al titolare dell’economia, che però incassa il sostegno di Berlusconi che gli garantisce “pieno sostegno”.
Galan ha bollato il collega ministro come “socialista che ritocca tutti i provvedimenti del governo”. Intorno all’intervista è stata costruita l’intera apertura del quotidiano di via Negri. Sotto il titolo “Scoppia il caso Tremonti”, che rimanda alle parole di Galan, una lettura quasi ironica delle esternazioni del capo di via XX Settembre: “E il ministro si pente e promette basta con le persecuzioni fiscali”. Infine un editoriale del direttore Alessandro Sallusti con un’ulteriore bordata al titolare dell’economia: “Giancarlo Galan, e non soltanto lui, vede in Tremonti un tappo rispetto al realizzarsi del progetto liberale. Sì, c’è la crisi e quant’altro, ma secondo il ministro della Cultura c’è anche una visione politica e culturale di fondo non più conciliabile”.
Nell’intervista l’ex governatore si scaglia contro il compagno di partito e di governo invocando l’intervento del premier: “Chiedo a Silvio Berlusconi una scossa” per arginare lo spettro di Giulio Tremonti che aleggia su qualunque decisione del governo”. Per carità, riconosce Galan, “anche grazie a Tremonti l’Italia non ha fatto la fine della Grecia e questo è senza dubbio un suo merito. Il problema, però, è che fra due anni non possiamo certo fare la campagna elettorale su un argomento simile. Traduzione: con Tremonti si perdono le elezioni ed è per questo che chiedo a Berlusconi una scossa. Perché le elezioni non le perde Tremonti da solo ma le perdiamo tutti noi”. E ancora: “Tremonti è spietato ma la sua politica dei tagli lineari equivale a non scegliere. Abbia il coraggio di esporsi, di decidere. Per esempio, dove è finita la battaglia per l’abolizione delle province? Ma davvero c’è qualcuno che crede a Tremonti quando dice che abolendole non risparmieremo una lira? Il punto è che il centro delle decisioni del governo non può stare a via XX Settembre ma deve tornare a Palazzo Chigi. Non è più accettabile che i provvedimenti approvati da tutto il Consiglio dei ministri vengano poi ritoccati e finiscano in Gazzetta Ufficiale modificati nelle cifre e nei contenuti”. Galan rivendica lo spirito del 1994, la Forza Italia degli inizi, “liberale” dice.
Da qui Sallusti rilegge le parole di Galan e spiega. “Galan, e non soltanto lui, vede in Tremonti un tappo rispetto al realizzarsi del progetto liberale. Sì, c’è la crisi e quant’altro, ma secondo il ministro della Cultura c’è anche una visione politica e culturale di fondo non più conciliabile. Se poi ci aggiungiamo le vere o presunte ambizioni di potere del responsabile delle finanze nazionali, ecco che la misura è colma. Nel problema posto da Galan c’è del vero, anche se personalmente non condivido i giudizi che lo stesso dà su altri compagni di avventura, da La Russa a Cicchitto. Che sul punto principale non abbia tutti i torti lo dimostra un fatto: il centrodestra, nato attorno al berlusconismo, tiene, ma a beneficiare elettoralmente della politica tremontiana, cosa paradossale, non è il socio di maggioranza ma la Lega, partito caro a Tremonti, che ha molti meriti e pregi ma non certo quello di essere un movimento che si inserisce nel solco del liberismo. Il sasso è gettato, aspettiamo l’onda. Conoscendo Tremonti, potrebbe essere uno tsunami”. E infine l’affondo: “Anche se, guarda le coincidenze, proprio ieri il ministro dell’Economia ha annunciato di voler allentare la morsa dei controlli fiscali, che in alcuni casi è una vera persecuzione dei contribuenti. Immaginiamo che parlasse a se stesso, visto che la Guardia di finanza e l’erario dipendevano da lui anche negli scorsi anni”.
L’attacco del Giornale fa rumore. Tanto che nel primo pomeriggio a difesa della politica di via XX Settembre interviene Silvio Berlusconi, con una nota di Palazzo Chigi: “Il presidente del Consiglio ribadisce il suo pieno sostegno all’azione del ministro dell’economia Giulio Tremonti. Grazie alle linee di politica economica, sempre condivise e approvate dal Consiglio dei ministri, l’Italia ha garantito la tenuta del bilancio dello Stato e con questa la sicurezza del risparmio e la coesione sociale. E’ una linea che deve essere mantenuta in un contesto di permanenti turbolenze finanziarie nel mondo”.