Ieri mattina Emiliano Viviano e Marco Di Vaio avrebbero detto in procura di non aver mai accompagnato in centro a Bologna Marilena Molinari, titolare del pass invalidi su cui sono registrate le targhe di otto giocatori. In ‘attesa che si faccia chiarezza sulla questione, il bomber rossoblù ha riportato in Comune la statuetta del Nettuno d’Oro, ricevuto solo qualche giorno fa, come “pegno” della propria onestà. Un gesto che “gli fa onore” ha commentato il commissario uscente Anna Maria Cancellieri.
I due calciatori, così come gli altri compagni coinvolti nella vicenda, avrebbero dunque utilizzato i benefici derivati dall’associazione della targa delle loro auto al pass della Molinari, anche senza che la collaboratrice del Bologna, realmente invalida, fosse a bordo.
Nel filone di indagini sui pass invalidi che riguarda i calciatori rossoblù, condotte dal procuratore aggiunto Valter Giovannini, non c’è nessun indagato ma solo persone informate sui fatti. Al vaglio degli investigatori, infatti, ci sarebbe l’ipotesi che i giocatori coinvolti abbiano effettivamente utilizzato privilegi come l’accesso alla zona T e alla Ztl, ossia a zone a traffico limitato, e come la possibilità di viaggiare sulle preferenziali e di non pagare il parcheggio sulle strisce blu.
Ma va ancora chiarito se i calciatori coinvolti fossero all’oscuro delle modalità di accesso a questi benefit, cioè della possibilità di collegare un pass handicap fino a dieci numeri di targa. A Casteldebole, però, il pass di Marilena Molinari non sarebbe l’unico ad essere collegato alle auto dei calciatori.
I pass invalidi sono tre. Uno farebbe capo alla madre di Marilena Molinari, anch’essa invalida anche se, questa ipotesi, per il momento, non è stata ancora confermata dalle indagini degli inquirenti. Gli altri due pass sarebbero collegati a due auto di uno stesso giocatore che, quindi, avrebbe usufruito dell’accesso alla zona T, via Ugo Bassi, via Indipendenza e Rizzoli, con entrambe le sue vetture.
L’indagine sui pass disabili collegati alle auto dei calciatori del Bologna è nata confrontando i permessi rilasciati da Atc con le targhe associate. “Da questi controlli – ha commentato il procuratore aggiunto Giovannini, titolare del fascicolo – sono spuntati alcuni nomi noti. Visto che si tratta di un contesto sportivo – sottolinea ancora Giovannini – mi auguro che nessuno pensi che stiamo perseguitando il Bologna, stiamo solo seguendo questa vicenda così come ne seguiamo altre”.
Per quanto riguarda il filone dell’inchiesta riconducibile al Bologna Fc, Milena Molinari ha chiesto di essere ascoltata in procura. La convocazione, probabilmente, avverrà dopo Pasqua ma nel frattempo saranno verificate le targhe di tutti i calciatori del Bologna Fc, non solo quelli residenti nel centro storico. Le indagini sui pass disabili, che vede indagati per corruzione due cittadini e un impiegato della Coopertone continueranno con gli accertamenti sugli annullamenti di contravvenzioni con giustificazione accompagnamento handicap. “Saranno controllati – spiega Giovannini – tutte le richieste di annullamento di multe in autotutela in cui si giustifica l’ingresso in centro per l’accompagnamento di un disabile”.
La procura è in possesso anche dell‘intero archivio della Coopertone, la cooperativa che gestiva la concessione di pass disabili per conto di Atc. E proprio dalla comparazione dei dati di Atc con quelli dei registri delle visite mediche dell’Asl effettuate al fine del rilascio del permesso H, che gli inquirenti cercheranno di scoprire quanti falsi pass sono stati rilasciati. “Grazie alla collaborazione dell’Asl e del Dottor Ripa di Meana stiamo procedendo alla digitalizzazione dei dati, per ora solo cartacei”. Una volta creato l’archivio informatico sarà possibile incrociare i dati Atc e Asl dal 2008 ad oggi e scoprire se ai 9000 permessi invalidi attualmente concessi a Bologna corrisponde lo stesso numero di invalidi. Nel caso di esuberi, sarà possibile risalire ai nomi dei falsi invalidi e anche all’impiegato Atc che ha avviato le procedure per la concessione del pass. Ad ogni pass, inoltre, è possibile associare fino a dieci numeri di targa. Al vaglio degli inquirenti ci sono soprattutto pass associati a tante targhe, ma anche quelli associati ad una sola vettura, perché potrebbero essere permessi non validi. Così come quello della donna fermata in Smart, per un controllo dalla polizia municipale, che ha dato avvio all’inchiesta.
Emilia Romagna
Pass disabili, prime ammissioni. E Di Vaio restituisce il Nettuno d’Oro
Il bomber ha deciso di portare indietro il riconoscimento che gli era stato consegnato dal commissario prefettizio Annamaria Cancellieri. Almeno fino a quando la vicenda non si sarà chiarita. Intanto i giocatori cambiano la prima versione: "Sapevamo di poter circolare in centro, ma non che il privilegio fosse collegato a un tagliando riservato ai portatori di handicap"
Ieri mattina Emiliano Viviano e Marco Di Vaio avrebbero detto in procura di non aver mai accompagnato in centro a Bologna Marilena Molinari, titolare del pass invalidi su cui sono registrate le targhe di otto giocatori. In ‘attesa che si faccia chiarezza sulla questione, il bomber rossoblù ha riportato in Comune la statuetta del Nettuno d’Oro, ricevuto solo qualche giorno fa, come “pegno” della propria onestà. Un gesto che “gli fa onore” ha commentato il commissario uscente Anna Maria Cancellieri.
I due calciatori, così come gli altri compagni coinvolti nella vicenda, avrebbero dunque utilizzato i benefici derivati dall’associazione della targa delle loro auto al pass della Molinari, anche senza che la collaboratrice del Bologna, realmente invalida, fosse a bordo.
Nel filone di indagini sui pass invalidi che riguarda i calciatori rossoblù, condotte dal procuratore aggiunto Valter Giovannini, non c’è nessun indagato ma solo persone informate sui fatti. Al vaglio degli investigatori, infatti, ci sarebbe l’ipotesi che i giocatori coinvolti abbiano effettivamente utilizzato privilegi come l’accesso alla zona T e alla Ztl, ossia a zone a traffico limitato, e come la possibilità di viaggiare sulle preferenziali e di non pagare il parcheggio sulle strisce blu.
Ma va ancora chiarito se i calciatori coinvolti fossero all’oscuro delle modalità di accesso a questi benefit, cioè della possibilità di collegare un pass handicap fino a dieci numeri di targa. A Casteldebole, però, il pass di Marilena Molinari non sarebbe l’unico ad essere collegato alle auto dei calciatori.
I pass invalidi sono tre. Uno farebbe capo alla madre di Marilena Molinari, anch’essa invalida anche se, questa ipotesi, per il momento, non è stata ancora confermata dalle indagini degli inquirenti. Gli altri due pass sarebbero collegati a due auto di uno stesso giocatore che, quindi, avrebbe usufruito dell’accesso alla zona T, via Ugo Bassi, via Indipendenza e Rizzoli, con entrambe le sue vetture.
L’indagine sui pass disabili collegati alle auto dei calciatori del Bologna è nata confrontando i permessi rilasciati da Atc con le targhe associate. “Da questi controlli – ha commentato il procuratore aggiunto Giovannini, titolare del fascicolo – sono spuntati alcuni nomi noti. Visto che si tratta di un contesto sportivo – sottolinea ancora Giovannini – mi auguro che nessuno pensi che stiamo perseguitando il Bologna, stiamo solo seguendo questa vicenda così come ne seguiamo altre”.
Per quanto riguarda il filone dell’inchiesta riconducibile al Bologna Fc, Milena Molinari ha chiesto di essere ascoltata in procura. La convocazione, probabilmente, avverrà dopo Pasqua ma nel frattempo saranno verificate le targhe di tutti i calciatori del Bologna Fc, non solo quelli residenti nel centro storico. Le indagini sui pass disabili, che vede indagati per corruzione due cittadini e un impiegato della Coopertone continueranno con gli accertamenti sugli annullamenti di contravvenzioni con giustificazione accompagnamento handicap. “Saranno controllati – spiega Giovannini – tutte le richieste di annullamento di multe in autotutela in cui si giustifica l’ingresso in centro per l’accompagnamento di un disabile”.
La procura è in possesso anche dell‘intero archivio della Coopertone, la cooperativa che gestiva la concessione di pass disabili per conto di Atc. E proprio dalla comparazione dei dati di Atc con quelli dei registri delle visite mediche dell’Asl effettuate al fine del rilascio del permesso H, che gli inquirenti cercheranno di scoprire quanti falsi pass sono stati rilasciati. “Grazie alla collaborazione dell’Asl e del Dottor Ripa di Meana stiamo procedendo alla digitalizzazione dei dati, per ora solo cartacei”. Una volta creato l’archivio informatico sarà possibile incrociare i dati Atc e Asl dal 2008 ad oggi e scoprire se ai 9000 permessi invalidi attualmente concessi a Bologna corrisponde lo stesso numero di invalidi. Nel caso di esuberi, sarà possibile risalire ai nomi dei falsi invalidi e anche all’impiegato Atc che ha avviato le procedure per la concessione del pass. Ad ogni pass, inoltre, è possibile associare fino a dieci numeri di targa. Al vaglio degli inquirenti ci sono soprattutto pass associati a tante targhe, ma anche quelli associati ad una sola vettura, perché potrebbero essere permessi non validi. Così come quello della donna fermata in Smart, per un controllo dalla polizia municipale, che ha dato avvio all’inchiesta.
Articolo Precedente
A partita iniziata non si pass
Articolo Successivo
Verlicchi, Hera nega
la corrente elettrica
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Giustizia & Impunità
Albania, la Corte non convalida: liberi i 43 migranti. Opposizioni: ‘Fallimento di Meloni’. Da destra riparte l’attacco ai giudici: ‘Si sostituiscono al governo’
Politica
Almasri, ora la maggioranza vuole eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale. M5s e Pd: “Così pm sotto il governo e politici impuniti”
FQ Magazine
Vespa scatenato difende il governo: “Ogni Stato fa cose sporchissime”. Opposizioni: “Superato il limite”
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.