Politica

Se Castelli cita Wikipedia: “Giudici comunisti”

Prepariamoci: anche Wikipedia è diventata terreno di lotta politica. L’enciclopedia “redatta dagli utenti”, nata dieci anni fa, è stata infatti tirata per giacchetta, in modo plateale, lo scorso lunedì in televisione. Da Lucia Annunziata, nella trasmissione Potere, sei puntate in seconda serata su Rai Tre, si parla di magistratura: ospiti l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, volto storico – e televisivo – della Lega Nord, e il magistrato Armando Spataro, procuratore milanese, già noto giudice antimafia.

Nel confronto-scontro tra i due, sono subito scintille. Castelli, nel suo stile, attacca a testa bassa i giudici e lo stesso Spataro, stigmatizzando, tanto per cominciare, un testo che il magistrato ha letto in apertura di trasmissione (è il resoconto dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palazzo Venezia nel 1940: “A noi!” risponde la magistratura “fascista” al Duce).

Durante il suo intervento, ben presto Castelli tira fuori un iPad, “questa bella scatola magica”. È un colpo di scena: per dimostrare che i magistrati rispondo a logiche politiche (“comuniste”) e non alle leggi dello Stato, il leghista avverte: “Se un giovane va oggi su Wikipedia ecco cosa legge di Magistratura Democratica”. Cita testualmente: “Fra gli organismi associativi della magistratura, Magistratura Democratica si caratterizza per un’ispirazione ideologica maggiormente di sinistra, sempre improntata alla difesa dell’autonomia e indipendenza del potere giudiziario rispetto agli altri poteri dello Stato”. Non solo, la sezione Ideologia alla voce Magistratura democratica recita anche: “Per questo in passato Magistratura Democratica ha spesso trovato punti di corrispondenza nell’azione politica del Partito Comunista Italiano e della sinistra extraparlamentare, e di partiti quali Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani e le correnti di sinistra del Partito Democratico nel contesto politico attuale”.

L’affermazione è forte! Si dà per scontato che i magistrati di Md siano storicamente legati addirittura alla sinistra extraparlamentare (che i giudici piuttosto li ha sempre avversati). È vero, affianco a questa affermazione, nell’enciclopedia online è anche scritto: “[senza fonte]”, classica nota che su Wikipedia indica le informazioni non verificate, estemporanee, legate alle opinioni più che ai fatti. Castelli questo non lo legge, e sbaglia: questo però è l’unico torto che gli si può attribuire. Perchè tutto il resto è vero.

Andando a fare una verifica, si scopre infatti che quel testo era stato inserito nel 2007 ed è sopravvissuto fino ai giorni nostri. Ora è stato rimosso – subito dopo la trasmissione – da un altro utente, che spiega così la sua decisione: “La sezione Ideologia è stata scritta con superficialità e senza fonte, ed è stata adoperata come mezzo di critica politica a questa associazione, credo che uno strumento come Wikipedia richieda ai propri autori maggiore accuratezza e non di scrivere ‘in buona o cattiva fede’ parole in libertà che poi vengono assunti o utilizzati da lettori ‘sprovveduti’ o faziosi come dati di fatto”. Sull’enciclopedia parte una discussione a riguardo, molti sono d’accordo con chi ha rimosso il testo.

Non è difficile, però, facendo ulteriori controlli, capire chi è stato l’autore che aveva inserito il testo incriminato. Non è registrato, ma c’è solo il suo indirizzo Ip (81.208.86.45, identificativo su Internet), dal quale si risale ad un’utenza “Tamoil” (si tratta di un’utenza condivisa, probabilmente da centinaia di utenti).

Questo utente, oltre a Magistratura Democratica ha modificato varie voci sensibili: Fabrizio Cicchitto, Enrico Berlinguer, Gianfranco Fini. Modifiche quasi sempre senza fonte, schierate e lontane dalle guide linea di Wikipedia, tanto che altri utenti lo invitano a comportarsi correttamente: “Tieni presente che Wikipedia non è un blog! L’unico modo per contribuire a questa enciclopedia è aiutarla a crescere di qualità e di oggettiva neutralità, non esprimere generiche opinioni personali o veicolare messaggi privati attraverso le voci”. Sono talmente tanti i suoi interventi faziosi che per lui è partito anche un “cartellino giallo”: “Gentile 81.208.86.45 – lo avvertono gli utenti più anziani – al prossimo contributo contrario alle linee guida di Wikipedia scatterà un blocco in scrittura sulla tua utenza, pertanto questo è l’ultimo invito a collaborare in modo costruttivo. Per favore, rispetta il lavoro altrui: segui le regole e usa il buon senso”.

Ora la voce Magistratura Democratica su Wikipedia è, appunto, pulita. Rimane il fatto che un utente anonimo ha utilizzato uno strumento di tutti per inserire contenuti faziosi; e che un membro del governo ha utilizzato questi contenuti scorretti in tv per attaccare i magistrati italiani (e guarda caso, a farlo è proprio Castelli, che non la giustizia ha avuto più volte a che fare, e sui suoi procedimenti giudiziari l’enciclopedia online non sbaglia, anzi: mette tanto di fonte).

Si pone comunque un nuovo problema. L’utilizzo di Wikipedia non come fonte “neutra” del sapere, ma come terreno di lotta politica. Anche da questo bisogna guardarsi quando la politica, come oggi, è ridotta soltanto a propaganda.